Il riscatto laurea è uno degli istituti più conosciuti per anticipare la pensione e aumentarne l’importo. Ovviamente si possono riscattare anche altri titoli accademici meno noti che, in egual misura, consentono di coprire periodi contributivi vuoti durante il periodo di studi. Ci si chiede però, alla luce dei costi da sostenere, se conviene effettivamente oppure no.
La domanda è lecita soprattutto dopo il cambiamento delle regole per andare in pensione. Con l’allungamento dei requisiti anagrafici e le nuove restrizioni delle uscite anticipate, il conto è bene farlo tenendo presente tutte le variabili in gioco.
I costi del riscatto laurea 2024
Come noto esistono due tipi di riscatto laurea. Quello ordinario e quello agevolato. Il primo si riferisce solo a coloro che hanno frequentato l’università e ottenuto il diploma di laurea prima del 1996 e che quindi ricadono nel sistema retributivo. Il secondo riguarda tutti gli altri casi successivi a tale data o a cavallo di essa.
Nel primo caso, riscattare 5 anni di studio potrebbe costare anche più di 100 mila euro. Cifra rateizzabile e deducibile dall’imponibile Irpef, ma pur sempre una somma molto importante per assicurarsi fino a 5 anni di contribuzione IVS. Per cui, per i “vecchi” laureati il riscatto potrebbe non convenire essendo eccessivamente oneroso.
Il riscatto laurea agevolato, invece, introdotto nel 2019, avviene in misura fissa il cui importo è aggiornato annualmente in base ai dati dell’inflazione. Per il 2024 si tratta di qualcosa come 6.100 euro all’anno circa. Quindi 5 anni di studi potrebbero costare poco più di 30 mila euro.
Differenza fra riscatto laurea ordinario e agevolato
I costi del riscatto laurea, quindi, variano a seconda dei metodi di calcolo utilizzato. Il metodo ordinario si basa sulla retribuzione degli ultimi 12 mesi antecedenti la domanda di riscatto.
Il metodo agevolato prevede, invece, un costo fisso per ogni anno di laurea da riscattare. Ad esempio, se un lavoratore occupato chiede di riscattare un anno di laurea con il metodo agevolato, l’importo da versare sarà pari a 6.100 euro circa. Una bella differenza rispetto al metodo ordinario che però, alla fine, va a incidere sull’importo della pensione. Per i lavoratori contributivi sarà ovviamente più bassa rispetto a coloro che ricadono nel sistema di calcolo retributivo.
Cosa conviene fare
Veniamo ora al dunque: cosa conviene fare? Qui la scelta è soggettiva e bisogna mettere in conto costi e benefici. Se il riscatto laurea è utile a raggiungere il requisito contributivo per la pensione, è sicuramente conveniente effettuare l’operazione anche in misura parziale, cioè riscattare non tutti i periodi ma solo quelli necessari. Così, se un lavoratore ha 39 anni di contributi può riscattare gli anni di studio per raggiungere la soglia dei 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria.
Diverso, invece, è il caso di un lavoratore che è prossimo al requisito anagrafico dei 67 anni per la vecchiaia e ha già 20 anni di contributi utili per la pensione. In questo caso il riscatto laurea sarà funzionale solo all’incremento della rendita. Vale quindi la pena fare due conti.
Questo ragionamento vale anche per le pensioni anticipate, come quella di Quota 103, Ape Sociale od Opzione Donna. In tutti questi casi, il requisito contributivo per accedere alla pensione potrebbe essere raggiunto con il riscatto laurea per non farsi scappare l’occasione di anticipare l’uscita dal lavoro. Ricordiamo che il diritto può essere raggiunto anche dopo che è scaduta l’opzione di uscita qualora sia in scadenza, purché la domanda di riscatto laurea o di altri titoli di studio che si possono riscattare sia presentata prima.
Riassumendo…
- Il riscatto laurea può costare anche 100 mila euro se il titolo di studio è stato conseguito prima del 1996.
- Con il riscatto agevolato si risparmia molto, ma la pensione è calcolata col sistema contributivo.
- Il riscatto laurea conviene solo se ciò serve a raggiungere il requisito contributivo per la pensione.