Il rischio del doppio finanziamento nei fondi PNRR: un problema crescente

Il rischio di doppio finanziamento nei fondi PNRR preoccupa l'UE. La Corte dei conti europea chiede migliori controlli e trasparenza.
4 settimane fa
2 minuti di lettura
fondi PNRR

La gestione dei fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è sotto i riflettori, in particolare per il rischio di doppio finanziamento. La Corte dei conti europea ha recentemente evidenziato una problematica rilevante: l’attuale sistema di controllo dell’Unione Europea potrebbe non essere sufficiente per evitare che alcuni progetti ricevano finanziamenti più di una volta. L’Italia è stata oggetto di particolare attenzione, con esempi concreti che dimostrano come sia complicato gestire correttamente i fondi europei.

Miliardi in gioco: coesione, Connecting Europe e PNRR

In Europa ci sono fondi enormi in gioco.

Il programma di coesione, Connecting Europe e il Recovery Fund, incluso il PNRR, mettono a disposizione cifre mai viste prima: 358 miliardi di euro per la coesione, 34 miliardi per Connecting Europe e 648 miliardi per i PNRR nazionali. Con questa sovrapposizione di fondi, aumenta il rischio di doppio finanziamento, specialmente con l’utilizzo di schemi di “financing not linked to costs”, ovvero finanziamenti non direttamente legati ai costi sostenuti. Il contesto complesso rende difficile rilevare i casi di doppio finanziamento, e i meccanismi di controllo attualmente adottati non sembrano adeguati a gestire questa criticità. La Corte dei conti europea ha sottolineato che Bruxelles e i singoli Paesi devono migliorare i propri sistemi di monitoraggio per evitare il problema, che potrebbe altrimenti diventare cronico.

Uno degli esempi più discussi riguarda la tratta ferroviaria Bicocca-Catenanuova, parte della linea ad alta velocità Palermo-Catania. La complessità nel separare i diversi fondi europei ha portato l’Italia a proporre un calcolo proporzionale per suddividere le quote attribuibili al Recovery Fund. Tuttavia, per evitare complicazioni, la linea è stata completamente esclusa dal piano revisionato a dicembre 2023. Questo episodio dimostra la difficoltà di gestire progetti complessi che coinvolgono più fonti di finanziamento e solleva dubbi sull’efficacia della gestione italiana dei fondi PNRR.

Coordinamento dei fondi PNRR: sfide e opportunità

Un altro aspetto critico è il coordinamento tra i vari programmi italiani che gestiscono i fondi PNRR.

Da una parte, ci sono i Programmi Operativi Nazionali, coordinati da enti unici, come il Ministero delle Infrastrutture, mentre dall’altra ci sono i Programmi Regionali, dove manca spesso un coordinamento efficace con le unità di missione centrali. Questa frammentazione ha portato a errori di registrazione e potenziali sovrapposizioni di fondi. Un esempio è il Programma per la qualità dell’abitare, dove, su 34 progetti verificati, ben 32 hanno mostrato problemi di registrazione. In due casi, si è rischiato di ottenere fondi sia dal FESR sia dal PNRR, ma grazie alla collaborazione tra autorità italiane e Bruxelles, i progetti FESR sono stati esclusi per evitare duplicazioni.

Nonostante queste criticità, l’Italia ha anche dimostrato buoni risultati nell’implementazione di sistemi di monitoraggio digitali, come Regis, un sistema informatico centralizzato che tiene traccia dei traguardi del PNRR. Questo sistema consente un controllo più efficace e trasparente, permettendo il collegamento con le banche dati dei fondi di coesione del periodo 2014-2020. Con l’obbligo di registrazione per tutte le gestioni dal novembre 2023, l’Italia mira a migliorare ulteriormente la trasparenza e il coordinamento.

I punti chiave…

  • La Corte dei conti europea ha evidenziato il rischio di doppio finanziamento nei progetti PNRR a causa di sistemi di controllo inadeguati, con l’Italia sotto osservazione per alcuni casi concreti.
  • Con oltre 648 miliardi di euro in gioco tra PNRR e altri fondi europei, il rischio di sovrapposizione aumenta, soprattutto nei progetti complessi, come dimostrato dal caso della tratta ferroviaria Bicocca-Catenanuova.
  • Nonostante le criticità, l’Italia ha implementato sistemi di monitoraggio digitali come Regis per migliorare la trasparenza e ridurre i rischi di duplicazione nei finanziamenti.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Perché quota 103 viene definita pensione flessibile, quali sono i requisiti, le soglie e come dovrebbe funzionare la vera flessibilità.
Articolo precedente

Bonus verde: per adesso è addio alla detrazione

fringe benefit mutuo e affitti
Articolo seguente

Fringe benefit 2025. Le novità della Legge di bilancio