Incidente di percorso nel magnifico viaggio di Greta Thunberg attorno al mondo per cercare di salvare il pianeta dai cambiamenti climatici. La ragazzina svedese, fresca di copertina del Time come “Uomo Dell’Anno”, ha postato un tweet il sabato scorso, in cui scriveva le seguenti parole: “Viaggiando su treni affollati attraverso la Germania. E finalmente sono di ritorno a casa!”.
Deutsche Bahn non l’ha presa bene e per tutta risposta ha replicato con un suo tweet attraverso il profilo ufficiale: “Cara Greta, grazie di sostenere noi ferrovieri nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Dunque, la foto di Greta seduta a terra tra le sue stesse valigie è stata un “fake” montato ad arte dal suo staff per fornire l’immagine di una ragazzina in lotta per la difesa dell’ambiente e senza comodità particolari? Ed ecco la controreplica: “Il nostro treno da Basilea era tutto pieno, per cui ci siamo seduti a terra su due treni diversi. Dopo Goettingen ho avuto il posto. Ovviamente non è un problema e non ho mai detto questo. Treni affollati sono un buon segno, perché significa che la domanda di treni è alta!”.
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Non servono parole per spiegare come il profilo di Greta sia gestito da terze persone con proprietà di linguaggio estranee a una ragazzina, per quanto impegnata e intelligente possa considerarsi. Stavolta, il suo team l’ha fatta un po’ fuori dal vaso, perché Deutsche Bahn non ha accettato l’immagine che le è stata appiccicata addosso, ossia quella di una rete ferroviaria che trascurerebbe i suoi passeggeri non fornendo treni dalla capienza adeguata al loro numero.
Il caso non è isolato. In campagna elettorale, il leader laburista Jeremy Corbyn postò una foto di sé a terra su un treno della Virgin Trains, sostenendo la necessità di rinazionalizzare le ferrovie britanniche. La risposta della compagnia non si fece attendere nemmeno allora. Essa spiegò che fu il politico ad avere rifiutato un comodo posto a sedere, preferendo sedere a terra. L’episodio non contribuì certo positivamente alla sua immagine, tant’è che il Labour ha ottenuto giovedì scorso il peggiore risultato elettorale dal 1935.
Lo “scivolone” della causa ambientalista
E nemmeno alla causa ambientalista di Greta avrà fatto bene questo “psicodramma” sui treni. Basterebbe leggere alcuni dei numerosi commenti degli utenti, che invitano la svedesina a non pretendere trattamenti di favore o a non portarsi dietro numerose valigie, incompatibili con i suoi proclami in difesa della Terra. Altri ci vedono le parole di una ragazzina viziata e “milionaria”. Probabile che l’intento dello staff che gestisce i social di Greta fosse di porre l’accento sulla carenza dei trasporti pubblici, il cui potenziamento darebbe una mano ad abbattere le emissioni inquinanti, riducendo il numero di mezzi privati quotidianamente in circolazione.
Solo che lo hanno fatto nel posto sbagliato, cioè in quella Germania così orgogliosa del suo sistema ferroviario e dove la Deutsche Bahn è considerata un’istituzione, pur non priva di inefficienze e di casi più o meno numerosi di sovraffollamento. In generale, però, la vicenda contribuirebbe a far perdere genuinità allo “storytelling” su Greta, che sta diventando sempre più artificioso e sempre meno naturale. La difesa dell’ambiente è questione seria e se serve un testimonial d’eccezione come la piccola svedese a ricordarcelo, ben venga.
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