Dalla politica al vino: Massimo D’Alema diventa produttore del Cabernet Franc di una tenuta umbra (ad Otricoli) comprata nel 2009. 3 mila in tutto le bottiglie in commercio. Ma la notizia è che la sua attività vinicola sarà finanziata con i fondi regionali erogati dall’Unione Europea per ben 57 mila euro. Non si tratta del primo caso di politico che scopre la passione per i vini (prima di lui, tra gli altri, ricordiamo Einaudi). Ma la notizia che sta innescando la polemica è il riconoscimento dei fondi europei.
L’Europa finanzia il vino Sfide di D’Alema
Il riconoscimento al “baffo” della politica è stato ufficializzato il 5 maggio scorso e la notizia è stata molto chiacchierata nel piccolo paese umbro. 57 mila euro per finanziare il suo vino, chiamato “Sfide”: una delle cifre più alte tra quelle assegnate (solo Antinori Società agricola e Fondazione per l’istruzione agraria di Perugia hanno ottenuto corrispettivi maggiori nel prospetto). Certo per la regione è un’occasione di investimento nella produzione del vino ma non tutti sembrano contenti della notizia. Peraltro la società aggiudicatrice, La Madeleine, aveva già fatto domanda per i fondi europei per l’agricoltura nel 2005 ma non ottenne un euro. Viene da chiedersi quali requisiti siano cambiati negli ultimi otto anni e quali cambiamenti siano stati apportati al vigneto. Il sospetto, alla base del malcontento scatenato nel web, è che si tratti dell’ennesimo caso di “privilegi della casta”.