Immigrazione utile all’economia italiana? Come affrontare gli sbarchi e analisi di un fenomeno epocale

Fermo restando che quella alla quale si assiste in Italia è una immigrazione di tipo economico (i rifugiati di guerra, come molti siriani, non sembrano essere per nulla interessanti al nostro paese), è evidente che venuto meno il tappo Gheddafi, il flusso di migranti dall’Africa è diventato incontrollato. Dal punto di vista geopolitico che appigli offre la situazione in Nord Africa all’Italia considerando anche l’interventismo di Macron. – G.T.: Volendo riassumere in una battuta sintetica quant’è accaduto negli ultimi 6 anni, potremmo dire che la Francia ha bombardato la Libia per riaffermare la sua forza geo-politica nel Nord Africa e
7 anni fa
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Fermo restando che quella alla quale si assiste in Italia è una immigrazione di tipo economico (i rifugiati di guerra, come molti siriani, non sembrano essere per nulla interessanti al nostro paese), è evidente che venuto meno il tappo Gheddafi, il flusso di migranti dall’Africa è diventato incontrollato. Dal punto di vista geopolitico che appigli offre la situazione in Nord Africa all’Italia considerando anche l’interventismo di Macron.
– G.T.: Volendo riassumere in una battuta sintetica quant’è accaduto negli ultimi 6 anni, potremmo dire che la Francia ha bombardato la Libia per riaffermare la sua forza geo-politica nel Nord Africa e l’Italia, in cambio, si è presa gli immigrati.

E’ evidente che la caduta e l’assassinio di Muhammar Gheddafi abbiano fatto esplodere una situazione, che prima veniva tenuta sotto controllo dal rais, il quale si limitava ciclicamente a reclamare dall’Italia qualche stanziamento per le riparazioni di guerra, ottenendolo. Ma è inutile recriminare contro i francesi, perché l’Italia contribuì, pur a malincuore, all’abbattimento del regime libico. Chi è causa del proprio male, pianga sé stesso. Il rimpallo di responsabilità di questi giorni tra l’ex premier Silvio Berlusconi e il presidente emerito Giorgio Napolitano non serve a niente, se non a farci rammentare quanto incapaci siamo stati nel difendere un nostro interesse nazionale.
E poiché tendiamo a non imparare mai dai nostri errori, ci siamo negli anni disinteressati della Libia, concentrati a giocare ai grandi statisti in Europa, con la conseguenza che l’appena eletto presidente Macron stia già cercando di colmare il vuoto politico apertosi a Tripoli, mediando tra le varie fazioni in lotta per il potere, con l’obiettivo preciso di garantirsi un posto di rilievo nella gestione futura dell’area. Evidente che il controllo dei flussi migratori non sia la priorità di Parigi, per cui servirebbe che l’Italia si desse una sveglia e capisse che non è battendo i pugni a Bruxelles che potrà sperare di fermare gli sbarchi, ma tornando a occuparsi della ex colonia nordafricana.

C.P.: Mi sembra un ragionamento troppo intriso di neocolonialismo che paradossalmente contraddice anche il grottesco mantra di ‘aiutiamoli a casa loro’, che oramai si contendono tutti, dal Matteo della Lega Nord all’altro Matteo del PD, con convergenze inaspettate. Cos’era il tappo Gheddafi? Semplice: la costituzione di lager in Libia, dove delle persone (ricordiamo che non sono numeri, né cifre, né problemi economici, ma innanzitutto ‘persone’), uomini, donne e bambini, dopo le sevizie e le torture subite per arrivare fino a lì, hanno dovuto poi subire nuove torture e sevizie. Davvero bello, il tappo Gheddafi! Davvero, un modo per lavarsi la coscienza e lasciare che siano gli altri a perpetrare l’orrore. Per me è agghiacciante che il ministro Minniti, con il suo codice e gli accordi (che poi sembrano più un’imposizione unilaterale e neocoloniale da parte dell’Italia) con la Libia, riproponga questo modello da ‘crimini contro l’umanità’. Sempre che ammettiamo ancora che un neGro abbia un’umanità. Capitolo Macron, sarò brevissimo: il presidente fa gli interessi della Francia, punto e basta; se non convergono con quelli dell’Italia, amen!

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