In Italia esistono due problematiche catastali che sembrano essere contrapposte: l’emergenza abitativa da un lato e gli immobili abbandonati dall’altro. Si tratta di seconde case da ristrutturare, spesso assegnate a più eredi in disaccordo e che quindi restano lì negli anni, inutilizzate a rischio di usucapione se i proprietari non controllano il perimetro. Ma perché la direttiva Minniti, nata sulla carta per favorire gli sgomberi delle case occupate abusivamente, rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio? L’allarme ai proprietari di immobili abbandonati e incustoditi è concreto e fondato oppure è solo una bufala razzista? E’ vero che il Governo potrà agire con lo sfratto statale requisendo la casa abbandonata e fatiscente e assegnando l’immobile a chi lo occupa e ci vive di fatto?
Mappa immobili abbandonati: sfratto statale e nuova assegnazione
Nella circolare si legge l’intento di effettuare una “ricognizione dei beni immobili privati e delle pubbliche amministrazioni inutilizzati” per consentire la predisposizione di “un piano per l’effettivo utilizzo e riuso a fini abitativi”.
Ma è tutto legittimo? La Costituzione prevede tale possibilità di espropriazione per fini di interesse generale ma dare priorità in quest’ottica all’emergenza abitativa appare un’interpretazione un po’ forzata. In questo contesto si inserisce anche la recentissima sentenza della Cassazione che ha giudicato legale l’occupazione abusiva di un immobile se per una notte e per esigenze di sopravvivenza, come quella di difendersi dal freddo.
I proprietari di immobili abbandonati devono temere lo sfratto statale?
Cresce la preoccupazione dei proprietari di seconde case. L’Associazione dei piccoli proprietari di casa, in un comunicato ufficiale diramato proprio in questi giorni, ha denunciato circa 49 mila gli alloggi pubblici occupati abusivamente (tra il 2004 e il 2013 le occupazioni abusive sono salite del 20%).
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