Si muove il mercato immobiliare. Gli italiani tornano ad acquistare case, anche se i prezzi restano fermi o timidamente in rialzo denotando quindi una perdita del potere di acquisto a livello generale.
Non spaventa per il momento l’Imu, anche se, in prospettiva, la riforma del catasto in discussione con la legge di bilancio 2022 implica pe ril futuro un inasprimento delle imposte. Lo sa bene Confedilizia, ma anche gli agenti immobiliari che protestano.
Immobiliare, crescono le compravendite di case
Nel terzo trimestre 2021 le compravendite di abitazioni sono cresciute del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020, con un totale di oltre 172.000 unità acquistate.
Il dato è migliore anche rispetto all’analogo trimestre di due anni prima, quando la pandemia non era ancora scoppiata, con un rialzo del 25,5%. Bene anche il settore terziario commerciale, che fa segnare un incremento del 26,9%, e quello produttivo, dove la crescita supera il 47%.
Lo studio dell’Agenzia delle Entrate evidenzia un aumento analogo sia nei capoluoghi (+21,9% e circa 9.500 abitazioni compravendute in più), che nei Comuni non capoluogo (+21,9%, con circa 21.500 abitazioni scambi in più). Tuttavia l’aumento interessa tutte le aree geografiche del Paese, con una crescita più marcata nei Comuni capoluogo del centro (circa +30%).
Le città più dinamiche
Il mercato immobiliare nelle principali città italiane evidenzia, con quasi 5.000 abitazioni acquistate in più rispetto allo stesso trimestre del 2020, una variazione tendenziale ampiamente positiva nel suo complesso (+23,5%).
Nettamente in testa si colloca Firenze, con un +41,4%. Segue Roma che sfiora il 29%, mentre a Genova e Milano il tasso si attesta intorno al 24% in più. Anche a Bologna e Torino, le compravendite sono aumentate a passi comunque consistenti (+18,7% e +19,1% rispettivamente).
Per quanto riguarda il settore commerciale, nel terzo trimestre 2021 il mercato immobiliare ha registrato un balzo in avanti del 26,9% con il Nord che segna il passo.
In particolare, gli scambi di uffici e studi privati crescono del 18% rispetto al 2020, sfiorando il +30% nel Nord-Est. Mentre le compravendite di negozi e laboratori registrano un +22,7%, con una distribuzione territoriale abbastanza omogenea. Su anche gli scambi di depositi commerciali e autorimesse (+30,6%), capannoni e industrie (+47,1%).