Aumento pensioni senza precedenti. E’ quello che si prospetta per il 2023. Il meccanismo della perequazione più forte degli ultimi 40 anni. Parliamo della rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita (tasso di inflazione).
Il potere di acquisto delle pensioni, oggi si è notevolmente ridotto. La causa è da ricercare nel continuo e incontrollato aumento dei prezzi non accompagnato da un adeguamento dell’assegno pensionistico. Con una pensione mensile di 1.500 euro non si riesce a condurre lo stesso stile di vita quotidiano dello scorso anno
Un litro di benzina è oltre i 2 euro.
L’adeguamento per l’anno 2022
Per l’aumento pensioni 2022, il meccanismo della perequazione ha visto un calcolo per scaglioni. In particolare la rivalutazione è dipesa dai seguenti scaglioni di reddito ed è stata pari al:
- 100% dell’inflazione, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione, per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo
- 75% dell’inflazione per gli assegni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il tasso di perequazione per il 2022 è stato dell’1,7% (decreto ministeriale del 17 novembre 2021),
Esempio
Si consideri una pensione 2021 di 2.500 euro. La rivalutazione pensione 2022, in questo caso è così calcolata:
- su 2.062,32 euro (ossia 4 volte il trattamento minimo 2021) è applicata la rivalutazione dell’1,7%
- su 437,68 euro (ossia sulla differenza tra 2.500 euro e 2.062,32 euro) è applicata la rivalutazione dell’1,53% (ossia il 90% di 1,70%).
Aumento pensioni, nel 2023 inflazione alle stelle
Tuttavia, se il tasso di perequazione per il 2022 è stato dell’1,7%, per il 2023 potrebbe giungere al 6,8%. E’ questo, infatti, il tasso di inflazione che la BCE (Banca Centrale Europea) ha stimato per il prossimo anno.
Volendo semplificare, significa che per un assegno mensile di 1.000 euro, ci sarà un aumento pensioni 2023 pari a 68 euro mensili. Così come su una pensione di 2.500 euro, l’aumento mensile sarà di 170 euro.