Quanto si paga di imposta di bollo sul libretto di risparmio postale e qual è la ritenuta fiscale sugli interessi?

Imposta di bollo sul libretto di risparmio postale e ritenuta fiscale sugli interessi.
2 anni fa
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Imposta di bollo e interessi libretto risparmio postale.

Il libretto di risparmio postale da sempre è stato molto apprezzato dagli italiani. Ogni famiglia ne avrà avuto almeno uno, sia esso di una nonna o di una zia. La consuetudine era infatti quella di depositare il denaro che si aveva in tale strumento per poterci ricavare qualcosa nel futuro. I rendimenti, infatti, non erano malvagi e con essi davvero era possibile concedersi un piccolo regalo.

Il 26 marzo 2012, ad esempio, Cdp annunciò di aver rivisto al rialzo il rendimento dei libretti nominativi ordinari che potevano arrivare anche al 4,40% annuo lordo.

Una cifra da capogiro se si guardano i tassi di interesse odierni che sono dello 0,001%. Con essi non si guadagna nulla e in più c’è anche pagare l’imposta di bollo e da sostenere il pagamento di una ritenuta fiscale sugli interessi.

Imposta di bollo e ritenuta fiscale sugli interessi

Quando si apre un libretto di risparmio postale è giusto sapere che agli interessi si applica una ritenuta del 26%. Tale strumento di risparmio, poi, ogni anno è soggetto a un’imposta di bollo di 34,20 euro se l’intestatario è una persona fisica. Se invece il cliente è una persona giuridica il costo è di 100 euro.

Tale imposta, però, è dovuta soltanto se la giacenza media annua complessiva è superiore ai 5000 euro. Se è più bassa, allora non si paga nulla. Bisogna però controllare che non si abbiano altri libretti con la stessa intestazione in quanto si fa il cumulo. Se, ad esempio, si possiede un libretto di risparmio di 3000 euro e un altro di 3000 euro, l’imposta si pagherà (totale 6000 euro) se saranno identicamente intestati.

Isee

Nel caso si abbia un libretto di risparmio postale cartaceo per calcolare la giacenza media, indispensabile per calcolare l’Isee, ci si deve recare all’ufficio postale e compilare la relativa modulistica. Tale certificazione non ha nessun costo.

Nel caso, invece, si abbia un libretto dematerializzato, si troverà l’informazione sulla giacenza annua ai fini dell’Isee nel rendiconto annuale delle registrazioni contabili.

Esattamente nella sezione “documenti e contratti” alla quale si potrà accedere loggandosi sul sito ufficiale di Poste Italiane.

Ma a che serve l’Isee? Esso è un documento molto importante, si usa infatti per valutare e confrontare la situazione economica del nucleo familiare che chiede una prestazione sociale agevolata. Questo documento è indispensabile per la richiesta del Reddito di pensione/cittadinanza, l’assegno Unico, il bonus affitto, quello bebè ma anche per la riduzione delle tasse universitarie. Inoltre per il bonus prima casa per giovani under 36, per l’esenzione dal ticket sanitario, per il rem e tante altre prestazioni che si potranno consultare sulla pagina del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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