Imposta di bollo su depositi e investimenti sale al 2 per mille. Tutti i dettagli

Mini-stangata sui conti depositi e le altre forme di investimento, fatta eccezione per alcune. Chi ci perde e chi ci guadagna con la nuova imposta di bollo al 2 per mille.
11 anni fa
1 minuto di lettura

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato in nottata l’aumento dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari diversi dai conti correnti, conti postali, fondi pensione, fondi sanitari e polizze vita dall’1,5 per mille al 2 per mille. Allo stesso tempo, però, è stata eliminata l’imposta di bollo minima di 34, 20 euro.

Cosa cambia adesso per i titolari di un conto deposito o di un investimento diverso da quelli sopra indicati? Di certo, ci guadagneranno coloro che possiedono giacenze o investimenti al di sotto dei 17.100 euro.

Infatti, fino a questa cifra si pagherà dal 2014 di meno dei 34,20 euro fissi previsti fino al 31 dicembre di quest’anno. Al di sopra di tale soglia, invece, si ha l’aggravio per tutti.

Altro salasso arriverà per le persone giuridiche. Ad oggi era prevista un’imposta massima di 4.500 euro, innalzata dalla Camera a 10 mila euro. Questo significa che mentre prima vi era una sorta di beneficio per i titolari di investimenti superiori ai 3 milioni di euro, visto che sopra questa cifra non saliva l’importo da sborsare in valore assoluto, oggi il beneficio scatta solo sui depositi o investimenti al di sopra dei 5 milioni. Al di sopra di questi, infatti, l’aliquota del 2 mille non agisce più, essendo stata raggiunta la soglia massima dei 10 mila euro d’imposta.

La nuova imposta di bollo, quindi, diventa da un lato meno distorsiva, beneficiando i titolari di piccoli importi e sembra più ragionevole, se si pensa che quest’anno, chi ha investito in BoT mille euro, ha dovuto pagare 34,20 euro di bollo, ossia il 3,42% dell’investimento, tenendo presente che un titolo annuale ha reso mediamente intorno all’1%. Follia.

Dall’altra parte, però, l’inasprimento sui conti di medio-piccole dimensioni e su quelli decisamente più alti (milionari), se appare più equo, rischia di disincentivare l’investimento, quando l’Italia ne avrebbe maggiormente bisogno per ripartire.

 

Un’ipotesi proposta dal mondo finanziario sarebbe di rendere ancora più ampia la base imponibile, assoggettando, ad esempio, i conti correnti e i conti postali all’aliquota, ma magari abbassando per tutti quest’ultima. Ricordiamo, infatti, che i conti correnti, ossia quelli non vincolati, prevedono un’esenzione dell’imposta di bollo fino a una giacenza media di 34,20 euro.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

APE, maxi sanzioni senza l’attestato di prestazione energetica. Ecco quali

Articolo seguente

Nuovo bond Cattolica Assicurazioni: durata, cedola e caratteristiche