Il troppo lavoro fa male alla salute. In tempi di crisi occupazionale come quella attuale non si vuole certo sottovalutare l’importanza di avere un posto di lavoro in termini di sostentamento e dignità. Ma questo non significa che l’estremo opposto sia meno dannoso per la salute. Ma cosa si intende per “troppo lavoro” e quali sono i rischi?
Orario lavoro e salute: occhio agli straordinari
Sappiamo che la normale settimana lavorativa nei contratti full time prevede 40 ore.
C’è chi però, non di rado, in periodi di particolare carico di lavoro in azienda, arriva a lavorarne 55. Questo studio inglese, pubblicato sulla rivista medica “The Lancet”, mette in guardia sul rischio di infarto che, lavorando troppo, aumenta del 33%. Le prove scientifiche sono state raccolte dal professor Mika Kivimäki, docente dello University College di Londra. La prima parte dello studio è sostanzialmente un compendio di 17 ricerche sull’argomento. Mediamente, tra chi lavora 55 ore settimanali, è stato evidenziato un rischio d’infarto di 1,3 volte più alto rispetto a chi rispetta i limiti delle 35-40 ore settimanali. Dati confermati anche se si tiene conto di fattori considerati di rischio, come età, abitudini alimentari, attività fisica etc. Il campione è stato esaminato per diversi anni e i numeri non lasciano spazio a dubbi sugli effetti del troppo lavoro sulla salute.
Reperibilità h24 e l’importanza di lavorare su turni
Questo studio è quanto mai attuale oggi: il lavoro ormai è cambiato e sono sempre meno le persone che lavorano da contratto otto ore. La platea di lavoratori autonomi e freelance spesso è reperibile h24, festivi e ferie incluse. Non si stacca mai la spina ma bisognerebbe considerare che questa abitudine, oltre a non essere necessariamente indice di maggiore produttività, è anche dannosa per la salute.
Sulla base di queste premesse viene da chiedersi se in futuro lavoreremo tutti <a href