La casa dove si vive ogni giorno è il nostro rifugio dal tram tram quotidiano. È lì che abbiamo tutti i nostri comfort. È lì che condividiamo con i nostri cari (genitori, figli, moglie e marito, ecc.) parte del tempo della nostra vita. La casa però non è solo cose belle ma è anche sinonimo di tasse. Chi ha la casa deve pagarci l’IMU, deve pagarci la TARI (tassa sui rifiuti).
Ma il legislatore italiano si mostra generoso. Almeno per la casa in cui viviamo quotidianamente.
Se la casa dove si vive, invece, è di lusso, allora l’IMU è dovuta. Anche se con aliquota d’imposta ridotta ed anche se è riconosciuta una detrazione di 200 euro.
L’abitazione principale, la definizione
Innanzitutto ricordiamo qual è il presupposto IMU. È il possesso dell’immobile (comma 740 legge di bilancio 2020), dove per possesso si intende il titolo di proprietà o il titolo di altro diritto reale di godimento (usufrutto, enfiteusi, diritto di abitazione, ecc.).
Pertanto, se ad esempio l’immobile è dato in usufrutto, l’IMU la deve pagare l’usufruttuario e non il proprietario. Se l’immobile è ceduto in comodato o in locazione, l’imposta la deve pagare comunque il proprietario o chi sull’immobile ha altro diritto reale di godimento. C’è però uno sconto del 25% per l’immobile ceduto in locazione a canone concordato.
La definizione di abitazione principale ai fini IMU è quella espressamente contenuta al comma 741 lett. b) legge bilancio 2020. Si definisce tale
l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente.
Dunque, l’abitazione principale è la casa dove il contribuente ha sia la residenza che la dimora abituale.
Chi non deve pagare IMU per abitazione principale
Non si paga l’IMU sull’abitazione principale solo se appartenente a categoria catastale non di lusso. A questo proposito, ricordiamo che sono di lusso le categorie catastali A/1, A/8 ed A/9.
Quindi, se la casa dove si vive è, ad esempio, di categoria catastale A/2, non si paga il tributo.
L’esenzione interessa anche le pertinenze (garage, cantina, ecc.) però limitatamente a un numero massimo di tre pertinenza, ognuna appartenente a categoria catastale C/2, C/6 e C/7.
Esempio 1
Abitazione principale di categoria A/2 a cui sono legate due pertinenze, di cui un C/2 ed un C/6. In questa ipotesi è tutto esente IMU, dunque, sia la casa sia entrambe le pertinenze.
Esempio 2
Abitazione principale di categoria A/2 a cui sono legate tre pertinenze, di cui due C/6 ed un C/2. In questa ipotesi l’esenzione IMU si applica per la casa, per il C/2 e solo per uno dei due C/6 (il contribuente è libero di scegliere quale dei due).
Esempio 3
Abitazione principale di categoria A/2 a cui sono legate tre pertinenze, di cui un C/2, un C/6 e un C/7. In questa ipotesi l’esenzione IMU si applica su tutto.
Ricordiamo, infine, che rispetto al passato, grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione, all’interno dello stesso nucleo familiare ci possono essere più abitazioni principali. In altre parole, ad esempio, se il marito ha residenza e dimora abituale in una casa di sua proprietà e la moglie mette residenza e dimora abituale in altra casa di sua proprietà, entrambe le case possono considerarsi abitazione principale e, quindi, entrambe essere esenti IMU. Questa cosa era vietata. Insomma, adesso c’è il via libera alla doppia abitazione principale per i coniugi.