IMU abitazione principale: per l’esenzione parla la Cassazione

La Cassazione conferma l'obbligo di coincidenza tra residenza anagrafica e dimora abituale per l’esenzione IMU abitazione principale
3 mesi fa
3 minuti di lettura
IMU prima casa
Foto © Investireoggi

In Italia, come noto, c’è esenzione IMU per l’abitazione principale purchè appartenente a categoria catastale NON di lusso. Quindi, la casa deve essere di categoria catastale diversa da A/1, A/8 ed A/9. Per la legge IMU, si definisce abitazione principale quello in cui il contribuente ha la propria residenza e dimora abituale.

Spesso, per questioni lavorative, personali, familiari, e a volte anche per vantaggi fiscali, si potrebbe verificare che il contribuente lasci la residenza anagrafica in una casa. E fissi, invece, la sua dimora abituale in altra abitazione.

A questo proposito è giunto in redazione un quesito.

“Salve, a breve dovrò trasferirmi a Milano per lavoro. Attualmente ho la residenza nella casa a Roma. Dopo il trasferimento vorrei lasciare la residenza a Roma anche se poi la mia dimora abituale sarà a Milano dove vivrò in affitto. Sono a chiedere se così facendo non perderò l’esenzione IMU sulla casa a Roma.”

Il caso giudiziario e la vicenda del contribuente

La questione del lettore è stata affrontata dalla Corte di Cassazione che ha recentemente riaffermato un principio cruciale riguardante l’IMU sull’abitazione principale. Ovvero: l’esenzione da tale imposta è vincolata alla coincidenza tra residenza anagrafica e dimora abituale. Questa decisione nasce da una sentenza relativa al caso di un contribuente a cui era stata negata l’esenzione. E proprio perché non vi era corrispondenza tra i due requisiti sopra citati.

Il contribuente in questione nella recente ordinanza aveva deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione dopo che nei gradi di giudizio inferiori, sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello, avevano respinto il suo ricorso contro il rifiuto di esenzione IMU.

La ragione del diniego risiedeva nel fatto che la sua residenza anagrafica non corrispondeva alla dimora abituale presso l’immobile per il quale richiedeva l’esenzione.

La situazione appariva ulteriormente complicata dalla presenza della compagna del contribuente. La quale, invece, aveva ottenuto l’esenzione per la propria abitazione dove risiedeva con la figlia.

I giudici di primo e secondo grado non hanno accolto le ragioni del contribuente. Sottolineando come l’assenza della residenza anagrafica nell’immobile in questione fosse un ostacolo insormontabile per accedere all’esenzione IMU.

Esenzione IMU abitazione principale: l’ordinanza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19684/2024, ha successivamente confermato quanto stabilito dalle corti inferiori, ribadendo che l’esenzione è concessa solo se l’immobile oggetto della richiesta è sia la residenza anagrafica che la dimora abituale del contribuente.

Il nodo centrale della vicenda, dunque, ruota attorno alla necessità che ci sia coincidenza tra la residenza anagrafica e la dimora abituale per poter usufruire dell’esenzione IMU abitazione principale.

Questo principio non è nuovo, ma la Corte ha voluto ribadirlo in modo deciso con la sua recente pronuncia. La sentenza conferma infatti un principio già consolidato nella giurisprudenza: l’esenzione IMU sull’abitazione principale non può essere concessa se manca la coincidenza tra i due fattori fondamentali, la residenza anagrafica e la dimora abituale. Insomma, per l’IMU prima casa sempre da verificare residenza e dimora. Senza coincidenza niente benefici.

La giurisprudenza costituzionale

Per comprendere appieno la portata di questa decisione, la Corte di Cassazione ha richiamato una precedente sentenza della Corte Costituzionale, la n. 209/2022.

In quell’occasione, la Corte Costituzionale aveva stabilito l’incostituzionalità dell’obbligo di coincidenza della residenza e della dimora abituale per tutto il nucleo familiare. Ammettendo la possibilità che i membri di una famiglia potessero avere residenze differenti. Tuttavia, la stessa Corte Costituzionale aveva posto un limite a questa flessibilità, affermando che, nel caso in cui si richieda l’esenzione per l’abitazione principale, ciascun richiedente deve risiedere e dimorare abitualmente nell’immobile oggetto dell’esenzione.

Un aspetto interessante di questa pronuncia riguarda il riconoscimento di una certa flessibilità nel modo in cui i coniugi o le coppie unite civilmente possono fissare la propria residenza. La Corte ha infatti riconosciuto che è possibile, in alcune circostanze, che i membri di una coppia decidano di fissare residenze anagrafiche separate. Questa possibilità non è in contrasto con la normativa fiscale. Purché ciascuno di loro rispetti l’obbligo di coincidenza tra la propria residenza anagrafica e la dimora abituale per l’immobile per cui richiede l’esenzione.

La Cassazione sull’esenzione IMU abitazione principale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha precisato che tale flessibilità non può in alcun modo sovvertire l’obbligo di coincidenza tra residenza anagrafica e dimora abituale.

La legge IMU (commi da 738 a 783 legge bilancio 2020), infatti, impone che l’immobile per il quale si richiede l’esenzione sia il luogo di residenza e quello di effettiva dimora. La ragione di questo obbligo risiede nella volontà del legislatore di garantire che l’agevolazione fiscale sia destinata esclusivamente all’immobile che rappresenta effettivamente l’abitazione principale del contribuente.

Con questa decisione, la Cassazione ha voluto fornire ulteriori chiarimenti rispetto all’applicazione della normativa sull’IMU per l’abitazione principale. E ha definito limiti ben precisi a qualsiasi forma di elusione o interpretazione flessibile delle regole. In particolare, la Corte ha voluto evitare che l’esenzione possa essere concessa in situazioni in cui, di fatto, non vi sia un utilizzo abituale dell’immobile da parte del richiedente.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Come avviene e quanto costa la ricarica delle auto elettriche
Articolo precedente

Mercato auto in caduta libera, ad agosto crisi senza precedenti

Locazioni brevi, arriva la banca dati: obblighi e sanzioni per i gestori
Articolo seguente

CIN affitti brevi. Dal 2 novembre scattano le sanzioni (avviso MT)