La sentenza della Corte Costituzionale, sentenza n° 209 depositata in data 13 ottobre, ha cambiato le carte in tavola circa il pagamento dell’IMU sull’abitazione principale. Infatti, la Corte ha ritenuto contro i principi della Costituzione la norma che regole sia la definizione di abitazione principale sia l’esonero/agevolazione IMU prevista per lo stesso tipo di immobile. Infatti, secondo la Corte, la legge non può subordinare l’applicazione dell’esonero IMU al fatto che residenza e dimora abituale siano le stesse rispetto a tutti i componenti del nucleo familiare né tantomeno, in caso di due immobili diversi in cui i coniugi ( o i componenti delle unioni civili) hanno stabilito separatamente la propria dimora abituale e la residenza anagrafica, stabilire l’esonero IMU solo per un immobile.
Attenzione però, la sentenza della Corte Costituzionale, non giustifica l’esonero IMU anche per le seconde case, anzi proprio per verificare eventuali abusi dei principi espressi dalla Corte Costituzionale, i Comuni dovranno rafforzare i controlli su tale tipo di immobili.
Cos’è cambiato sul pagamento dell’IMU per l’abitazione principale?
Grazie alla sentenza citata in premessa, i coniugi che hanno residenza e dimora abituale separata ossia in due immobili diversi, avranno entrambi diritto all’esonero IMU per la propria abitazione principale. Poco importa se i due immobili si trovano nello stesso Comune o in un Comune differente.
Se si tratta di un immobile di lusso, sarà riservato al/i coniuge/i l’aliquota agevolata ed una detrazione di 200 euro (da rapportarsi ai mesi ed alla percentuale di possesso).
In molti casi, sarà possibile richiedere i rimborsi dell’IMU già versata.
Ora l’attenzione si sposta sulle 2° case
La sentenza della Corte Costituzionale non rappresenta un libera tutti per le seconde case.
Infatti, nella sentenza si legge che:
Da ultimo questa Corte, ritiene opportuno chiarire che le dichiarazioni di illegittimità costituzionale ora pronunciate valgono a rimuovere i vulnera agli artt.
3, 31 e 53 Cost. imputabili all’attuale disciplina dell’esenzione IMU con riguardo alle abitazioni principali, ma non determinano, in alcun modo, una situazione in cui le cosiddette “seconde case” delle coppie unite in matrimonio o in unione civile ne possano usufruire. Ove queste abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale) l’esenzione spetta una sola volta.
Proprio la stessa Corte, invita i Comuni e le altre autorità preposte ad effettuare adeguati controlli al riguardo; controlli che, come si è visto, la legislazione vigente consente in termini senz’altro efficaci.
Dunque, è la stessa Corte che spinge i Comuni a verificare l’effettiva “destinazione” data all’immobile rispetto al quale il contribuente vorrebbe beneficiare dell’esonero IMU.