In Italia, la normativa fiscale che regola l’Imposta Municipale Unica (IMU) non contempla agevolazioni generalizzate per i cittadini anziani. La disciplina in vigore per il 2025 conferma l’assenza di trattamenti di favore automatici legati all’età avanzata. Tuttavia, esiste una particolare eccezione che può ridurre l’onere fiscale per alcuni soggetti, purché ricorrano condizioni ben definite e specifiche.
IMU e abitazioni principali: il quadro generale
L’IMU è un’imposta patrimoniale che grava sui proprietari di immobili, siano essi fabbricati, terreni agricoli o aree edificabili. A livello normativo, l’esenzione dall’IMU è prevista per l’abitazione principale, ma solo quando questa rientra in determinate categorie catastali non considerate di lusso.
Le categorie ammesse all’esenzione includono A/2 (civili), A/3 (economiche), A/4 (popolari), A/5 (ultrapopolari), A/6 (rurali) e A/7 (villini).
Oltre all’unità abitativa, è possibile includere nell’esenzione fino a un massimo di tre pertinenze, purché ognuna sia classificata nelle categorie catastali C/2 (magazzini o locali di deposito), C/6 (autorimesse) o C/7 (tettoie). In questi casi, l’esclusione dall’IMU è totale.
Diverso è il trattamento riservato agli immobili di lusso, cioè quelli classificati come A/1, A/8 e A/9. Questi, pur essendo abitazioni principali, non possono beneficiare dell’esenzione completa. Per tali immobili si applica un’aliquota ridotta e una detrazione fissa pari a 200 euro.
L’unica agevolazione IMU per gli anziani: i requisiti
L’unico spiraglio di sollievo fiscale per gli anziani si apre quando questi si trasferiscono in maniera stabile in una struttura sanitaria o in una casa di riposo. In questo caso, la legge consente – ma non garantisce – di equiparare l’immobile lasciato vuoto all’abitazione principale, rendendolo quindi potenzialmente esente da IMU.
Questa possibilità è regolata dal comma 741 della legge di bilancio 2020, precisamente nei commi che vanno dal 738 al 783, che disciplinano la nuova versione dell’IMU. L’assimilazione all’abitazione principale può avvenire solo se:
- Il soggetto è un anziano o una persona con disabilità;
- Il trasferimento nella struttura sanitaria è permanente;
- L’immobile lasciato non viene affittato;
- Il Comune in cui è ubicata l’abitazione ha deliberato questa possibilità all’interno del proprio regolamento IMU.
Senza la delibera comunale, l’agevolazione non è applicabile, anche se tutte le altre condizioni sono soddisfatte. Inoltre, l’immobile non deve essere concesso in locazione: in caso contrario, verrà trattato come seconda casa e tassato di conseguenza.
L’esenzione in esame non è da confondersi con lo sconto IMU 50% pensionati all’estero. Un’agevolazione che richiede requisiti diversi e prevista a livello legislativo (quindi, non deve essere prevista dal regolamento comunale).
Un caso concreto: l’esempio di Roma
Per comprendere meglio come questa normativa venga applicata, si può analizzare un caso ipotetico. Immaginiamo Giovanni, un cittadino anziano con due immobili nel Comune di Roma. Dopo essersi trasferito stabilmente in una casa di riposo, può beneficiare dell’assimilazione dell’abitazione principale all’immobile lasciato vuoto, ma solo se il Comune di Roma ha previsto questa possibilità nel proprio regolamento.
Supponendo che il Comune abbia effettivamente deliberato in tal senso, Giovanni potrà indicare quale delle sue due abitazioni desidera assimilare a residenza principale. Tale scelta dev’essere fatta con attenzione, tenendo conto della categoria catastale e dell’utilizzo dell’immobile (serve fare la dichiarazione IMU annuale) La casa selezionata, se non è di lusso e non è affittata, potrà godere dell’esenzione IMU. L’altra, inevitabilmente, sarà tassata come seconda casa.
Un’opportunità limitata ma utile
L’agevolazione per gli anziani riguardo all’IMU rappresenta un’opportunità molto circoscritta. Non si tratta di una misura strutturale o di una politica di welfare fiscale estesa a tutta la popolazione anziana. Al contrario, si applica solo in presenza di una combinazione di condizioni soggettive, oggettive e regolamentari che non sempre si verificano.
Il ruolo dei Comuni è determinante: l’assimilazione non è automatica, ma subordinata all’approvazione esplicita da parte dell’amministrazione locale. Ogni Comune può decidere se adottare questa misura o meno, inserendola nelle proprie delibere relative all’IMU. Di conseguenza, due cittadini in situazioni simili potrebbero trovarsi a pagare imposte diverse semplicemente perché residenti in territori comunali con regolamenti differenti.
Esenzione IMU anziani: la necessità di informarsi
Per i contribuenti anziani che si trovano in condizioni compatibili con quanto previsto dalla normativa, è fondamentale informarsi in maniera precisa e puntuale. Prima di considerare l’eventualità di un’esenzione, è opportuno:
- Verificare lo stato catastale dell’immobile;
- Controllare che l’immobile non sia affittato;
- Accertarsi che il trasferimento nella struttura sanitaria sia permanente;
- Consultare il sito ufficiale del Comune per confermare l’esistenza della delibera IMU che autorizza l’assimilazione.
Solo con la verifica puntuale di tutti questi requisiti sarà possibile accedere all’agevolazione e presentare eventualmente una dichiarazione IMU coerente con la situazione.
Riassumendo
- L’IMU non prevede agevolazioni generali per gli anziani.
- Esenzione concessa solo se l’anziano vive stabilmente in una struttura sanitaria.
- L’immobile deve restare non locato per essere assimilato a residenza principale.
- Serve una delibera comunale che autorizzi l’assimilazione dell’immobile.
- Immobili di lusso non godono dell’esenzione completa, solo aliquota ridotta e detrazione.
- Verifica catastale, residenza e regolamenti comunali sono essenziali per accedere all’agevolazione.