Potrebbero esserci novità importanti in arrivo il prossimo anno sulle tasse sulla casa: Imu e Tasi potrebbero infatti essere unificate in un’unica imposta. Non è ancora stato proposto un nome ma l’idea è quella di abbinare le due voci che si riferiscono allo stesso immobile e hanno la stessa scadenza. Alla base quindi c’è un’esigenza di semplificazione fiscale: ma con l’Imu precompilato che include anche la Tasi si pagherebbe di più o di meno? E’ questo che si chiedono i proprietari di seconde case (ma anche di negozi, capannoni, pertinenze, terreni etc) che, fino ad oggi, stanno pagando Imu e Tasi separatamente.
Imu e Tasi 2019, verso la tassa unica: si pagherà di più o di meno?
Uniformando l’aliquota si rischiano sembrerebbe aumenti: si potrebbe salire fino all’11,4 per mille per tutti (tetto massimo che oggi in media richiede un Comune ogni sette). Nella migliore delle ipotesi quindi, nei Comuni in cui si paga già l’imposta massima, non cambierebbe nulla; per tutti gli altri si segnala un rischio di pagare un’imposta più cara rispetto alla somma di Imu e Tasi distinte.
Questo al momento il testo, la speranza è che per l’aliquota massima si sia trattato di un errore tecnico.
Leggi anche: Aliquota Imu e Tasi 2019, quali Comuni a rischio aumento
Sicuramente è emersa la volontà di mettere un freno alla discrezionalità dei Comuni nella scelta delle aliquote, eventualmente prevedendo delle griglie con parametri fissi: ad esempio con aliquota ridotta in caso di seconda casa sfitta, di immobili concessi in comodato a genitori o figli e in altri casi in cui, per diversi motivi, la seconda casa di proprietà non produce reddito.