Quando si parla di Imu e Tasi non pagati, non bisogna pensare solo ai cittadini privati proprietari di casa. I Comuni possono intervenire anche sulle licenze di bar e altre attività commerciali se l’esercente evade le tasse locali. Ecco dove la regola è già in essere e dove sarà introdotta a breve.
Imu e Tasi a Roma: nuovo regolamento per bar e negozi
Il Campidoglio “dà la sveglia” ai bar di Roma, e non con il caffè ma con il nuovo regolamento che si estende anche ad attività commerciali e ricettive in genere.
Chi non paga Imu o Tasi deve chiudere l’attività: non solo a Roma
L’esempio di Roma potrebbe essere stato di ispirazione in altri Comuni, da Nord a Sud. A Brescia la Loggia punta dritto in questa direzione: lo ha confermato l’assessore al Bilancio Fabio Capra, pur essendosi reso disponibile ad incontrare le associazioni di categoria Confesercenti, Confcommercio, Associazione degli artigiani.
Anche a Rimini, grazie anche all’esempio dei Comuni limitrofi, è stata scelta la strada del regolamento, che è ben più vincolante rispetto ad una semplice lettera di intenti. Anche in questo caso l’iter di applicazione delle sanzioni conferma la volontà di punire chi evade e non i commercianti onesti in difficoltà con i pagamenti. Il Regolamento colpisce chi accumula una somma superiore a mille euro di tributi non pagati nell’arco dell’anno. Nel mirino gli evasori recidivi e chi ha in arretrato bollettini per diversi tipi di tributi. L’iter prevede un primo avviso bonario che concede 30 giorni di tempo per mettersi in regola (anche eventualmente rateizzando le scadenze); il secondo step, dopo il trentesimo giorno, determina la sospensione della licenza per un periodo massimo di 90 giorni; ultimo gradino la revoca della licenza.