Imu sulla prima casa, rischio concreto o bufala di mezza estate?

I miliardi di aiuti riversati a pioggia dallo Stato per la pandemia dovranno presto rientrare. Rischio Imu sulla prima casa.
3 anni fa
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L’Imu sulla prima casa, quella di abitazione principale, tornerà. Il governo non lo dice, ma appena sarà terminato il periodo di emergenza economica, bisognerà tornare a far quadrare i conti dello Stato.

L’Imu sulla prima casa è già nei piani dei tecnici ministeriali che nulla hanno ancora deciso, ma secondo indiscrezioni, è ciò a cui si punterà per fare cassa rapidamente. L’altra grande riforma del fisco, riguarderà invece l’aumento delle imposte di successione.

Imu sulla prima casa

La casa torna quindi al centro delle attenzioni.

Il bancomat preferito per fare cassa e per riportare nelle casse dello Stato tutti i miliardi che sono stati erogati sottoforma di bonus a pioggia. Tremano quindi tutti i proprietari di immobili, anche quelli che possiedono solo una casa, quella per vivere.

La misura non sarà però vessatoria. Si pensa di legare l’Imu sulla prima casa all’Isee, lo strumento principe che si è rivelato efficace per stabilire la consistenza patrimoniale di una famiglia. Ebbene, l’Isee stabilirà se e quanto bisognerà pagare di Imu sulla prima casa. Almeno questo è quanto trapela dai tavoli tecnici ministeriali.

Dall’Imu sulla prima casa, lo Stato prevede di incassare dai 20 ai 25 miliardi all’anno. Altri 20 arrivano regolarmente dall’Imu sulle seconde case. Un gettito, quindi, che nella peggiore delle ipotesi porterà soldi rapidamente nelle casse dello Stato.

Torna la tassa sulla prima casa?

Difficile pensare che ci siano altre soluzioni all’Imu, ma l’Europa ha già fatto sapere all’Italia che non è più disposta a tollerare decreti a sostegno dell’Economia e al welfare con distribuzione di soldi a pioggia. Ci si attende oltretutto una crescita economica di almeno il 4% nel 2021, ma se le cose dovessero andare male, alla fine, l’inasprimento fiscale potrebbe peggiorare.

Tempi duri quindi per le famiglie italiane, abituate a risparmiare e a investire nel mattone.

Non c’è Paese al mondo come l’Italia dove il tasso di possesso della casa è vicino al 90%. In pratica quasi tutti, secondo la statistica, hanno in media un immobile di proprietà. Facile quindi immaginare come lo Stato abbia gioco facile nell’imporre tasse sul possesso delle case.

La patrimoniale ricorrente

Ma l’Imu sulla prima casa già esiste. Non tutti pagano l’imposta poiché il decreto legge numero 93 del 2008 stabilisce che solo coloro che possiedono a titolo di abitazione principale case di lusso sono soggetti all’imposta. Si tratta delle case rientranti nella categoria catastale A1 (Abitazione signorile), A8 (Abitazioni in ville) e A9 (Castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici).

Il sistema impositivo fiscale, però, appare distorto in quanto non necessariamente chi possiede una casa di lusso è poi in grado di mantenerla. Chi la eredita, ad esempio, potrebbe inco0rrere in difficoltà.

Ecco quindi che si pensa di agganciare all’Isee il pagamento dell’Imu e quindi rendere più flessibili le aliquote. Ogni singolo Comune, poi, determinerà ogni anno l’imposta dovuta all’interno di un range stabilito. Così come avviene oggi con le seconde case. Sarà così una patrimoniale ricorrente anche quella sulle prime case.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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