In pensione 3 anni prima? Ecco perché si può fare se sei nato nel 1961 e sfrutti la legge

In pensione 3 anni prima nel 2025 è più facile, ecco perché si può fare per chi è nato nel 1961 e sfrutta due normative previste dalla legge.
3 settimane fa
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In pensione 3 anni prima? Ecco perché si può fare se sei nato nel 1961 e sfrutti la legge
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Come si fa ad andare in pensione subito sfruttando delle regole particolari previste dal nostro sistema previdenziale? Una domanda che dovrebbero porsi molti nati nel 1961 che sono in attesa di completare sia i 20 anni di contributi che i 67 anni di età per la pensione a 67 anni.

È evidente che parliamo di soggetti che hanno puntato al 2028 per andare in pensione. In effetti, chi è nato nel 1961 nel 2028 compie 67 anni di età. E se a quell’età si ritrova con almeno 20 anni di contributi già versati, potrà andare in pensione.

A meno che non abbia il primo versamento successivo al 1995. In questo caso, deve anche raggiungere un importo minimo della pensione che non può essere inferiore all’importo dell’assegno sociale.

Penalizzati i contributivi puri? Effettivamente è così. Però, sempre per chi non ha versamenti prima del 1996, c’è la possibilità di andare in pensione anche nel 2025 anziché aspettare il 2028. Lo strumento da usare si chiama Pace Contributiva. Uno strumento che può servire ai nati nel 1961 per andare in pensione nel 2025, anche se oggi hanno 15, 16 o 17 anni di versamenti, per esempio.

“Buonasera, sono una lavoratrice nata nel 1961. Ho 18 anni di contributi e volevo sapere se potevo sfruttare la Pace Contributiva per andare in pensione l’anno prossimo senza aspettare di compiere i 67 anni di età. Se compro i contributi secondo voi avrò diritto ad andare in pensione nel 2025?”

In pensione 3 anni prima? Ecco perché si può fare se sei nato nel 1961 e sfrutti la legge

In effetti, sfruttare la Pace Contributiva può essere una soluzione utile a molti lavoratori per anticipare di qualche anno l’uscita dal mondo del lavoro. Chi ha programmato l’uscita al raggiungimento dei 67 anni di età, e quindi per il 2028 per chi è nato nel 1961, potrebbe trovare utile questa soluzione per anticipare il pensionamento già al 2025.

A dire il vero, questa via può essere intrapresa anche per altre misure pensionistiche e non solo per la pensione a 64 anni anziché a 67 anni.

L’importante è essere nuovi iscritti, cioè avere il primo accredito dopo il 1995. La Pace Contributiva è esclusivamente per i nuovi iscritti. Significa che, per dare una risposta alla nostra lettrice, bisognerebbe prima di tutto capire se lei ha il primo contributo versato dopo il 31 dicembre 1995. Altrimenti non potrebbe sfruttare la Pace Contributiva.

Per i nuovi iscritti o contributivi puri, la Pace Contributiva consente di anticipare la pensione. Perché, al posto di aspettare la pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni, si può prendere la pensione anticipata contributiva a 64 anni. E sempre con i soliti 20 anni di versamenti.

Pensione anticipata di 3 anni, nel 2025 potrebbe essere più facile

Sfruttare misure di pensionamento anticipato anticipando l’uscita di qualche anno. I nati nel 1961 solo nel 2028 potrebbero raggiungere questa possibilità. Va detto però che a 64 anni per i contributivi puri c’è anche la pensione anticipata contributiva. Si tratta di una scorciatoia per la pensione che, anziché aspettare il 2028, permette a determinati lavoratori di anticipare di 3 anni la quiescenza. I soggetti a cui mancano pochi anni per arrivare a 20 anni di versamenti potrebbero sfruttare una soluzione che permette di fatto di anticipare di 3 anni la pensione, godendo di fatto per tre anni di una pensione in più.

Aspettare la pensione nel 2028 è l’unica soluzione per chi si trova a compiere nel 2025 i 64 anni di età? Sicuramente, se il soggetto oggi ha, per esempio, 17 anni di contributi, potrebbe sembrare quella l’unica via possibile. Invece, con la Pace Contributiva lo stesso soggetto può comprare i contributi mancanti, arrivando a completare nel 2025 i 20 anni previsti. Una facoltà che riguarda chi, tra i nati nel 1961, ha il primo contributo versato successivo al 31 dicembre 1995. Per i contributivi puri c’è la possibilità di riscattare i periodi di vuoto da contribuzione intercorsi tra l’anno del primo accredito alla previdenza obbligatoria e il 31 dicembre 2023.

Come comprare i contributi mancanti per andare in quiescenza nel 2025 e non nel 2028

Comprare contributi, come per ogni riscatto, significa dover pagare un corrispettivo. Il versamento dipende dal fondo a cui il contribuente versa. Per esempio, chi è un lavoratore dipendente deve versare il 33% del suo stipendio annuo medio degli ultimi 12 mesi di retribuzione (stipendio lordo utile ai fini pensionistici), moltiplicato per gli anni da riscattare.

Su una retribuzione da 20.000 euro, il versamento è di 6.600 euro per ogni anno da riscattare. Il lavoratore è libero di scegliere quanti anni riscattare, fino a un massimo di 5 anni. E naturalmente si possono riscattare anche le frazioni di anno, dividendo il corrispettivo annuo da versare per 12 e moltiplicando il tutto per i mesi che servono al richiedente.

Il lavoratore che compie 64 anni di età nel 2025 e che deve completare i 20 anni riscattando due anni di vuoti contributivi, deve quindi versare 13.200 euro. Che può versare a rate mensili (massimo 120 rate). Ma naturalmente, per andare in pensione nel 2025, l’interessato deve trovarsi ad aver saldato tutte le rate in tempo per andare in pensione al compimento dei 64 anni di età. Inoltre, ciò che si versa si può scaricare dal reddito nell’anno successivo a quello dei versamenti.

Nel 2025 la pensione anticipata contributiva è più semplice

Naturalmente, prima di riscattare questi anni di contributi, è meglio verificare se si ha diritto alla pensione anticipata contributiva. Perché, per andare in pensione con questa misura, bisogna avere una pensione di almeno 3 volte l’assegno sociale. Per le donne con figli, la soglia scende a 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha avuto un figlio, oppure a 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con più figli avuti.

Le pensioni anticipate contributive non godono di maggiorazioni e integrazioni; pertanto, è complicato a volte raggiungere soglie così elevate. Ecco che nel 2025 il governo ha introdotto una salvaguardia.

Le soglie minime che danno l’accesso alla pensione anticipata contributiva possono essere raggiunte anche utilizzando eventuali rendite che si possono chiedere alla previdenza complementare. Naturalmente per chi versa ai fondi integrativi.

Ricapitolando, tra rendita integrativa utile anche per le soglie delle pensioni anticipate contributive e riscatto degli anni di contributi mancanti, in pensione 3 anni prima diventa più facile andarci nel 2025.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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