Uno strumento spesso sottovalutato ma che, a conti fatti, rappresenta forse la via d’uscita migliore e più vantaggiosa dal mondo del lavoro è il cosiddetto contratto di espansione. Si tratta di un autentico scivolo pensionistico destinato ai lavoratori assunti in aziende che hanno avviato percorsi di innovazione tecnologica e modernizzazione delle procedure produttive e lavorative. In pratica, grazie a questo strumento si può godere di un’uscita anticipata fino a 5 anni. Una opzione utile alle aziende per mandare in pensione i lavoratori che si trovano a 5 anni dal completamento dei requisiti per le due misure pilastro del sistema e cioè per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata.
“Gentile redazione, mi chiamo Mauro e sono un lavoratore di una grossa azienda metalmeccanica in Campania. Ho 62 anni di età e ormai 28 anni di contributi versati. Il mio datore di lavoro o meglio il responsabile della mia area produttiva, mi ha detto che probabilmente a febbraio l’azienda mi consentirà di andare in pensione perché arriverà il cosiddetto contratto di espansione. Non ho capito bene di cosa si tratta e che tipo di pensione percepirò. uscendo dal lavoro prima della pensione di vecchiaia. Sono tentato di accettare anche perché il responsabile mi ha detto che non è obbligatorio che io vada in pensione ma devo dare il mio benestare. Mi potete spiegare che tipo di pensione è?”
Il contratto di espansione per la pensione è utile anche nel 2023
Il caso del nostro lettore ci permette di affrontare un discorso molto importante che riguarda uno strumento spesso poco noto ai più, ma che effettivamente ha i suoi notevoli vantaggi dal punto di vista pensionistico.
Il contratto di espansione in sintesi
Come dicevamo in premessa, non tutte le aziende però possono sfruttare questa possibilità. Infatti la misura si rivolge solo a quelle che hanno 50 o più lavoratori dipendenti in organico. Un numero di addetti però che può essere raggiunto anche con una rete di aziende e non necessariamente con una singola. Evidentemente il nostro lettore fa parte di un’azienda che rispetta questo requisito fondamentale e che quest’anno può avviare in sede ministeriale e con un accordo con i sindacati, il contratto di espansione.
Detto ciò, il nostro lavoratore avrà diritto ad una pensione calcolata in base ai 28 anni di contributi versati. L’uscita 5 anni prima però come dicevamo prevede un accordo con i sindacati in sede ministeriale. Il contratto di espansione si può avviare soltanto se l’azienda presenta un programma di incentivazione all’esodo proiettato verso una riorganizzazione aziendale. E soprattutto con la sostituzione di una parte dei lavoratori mandati in pensione, con nuove assunzioni. Il meccanismo deve essere incentrato sul rapporto 1 a 3 e cioè ogni tre prepensionati un nuovo assunto.
Perché la pensione 5 anni prima fa comodo a lavoratori e aziende
La misura offre vantaggio sia al lavoratore che all’azienda. Per quest’ultima il vantaggio è quello di ridurre i dipendenti sostituendo alcuni di quelli più anziani. con i dipendenti dei giovani. In questo caso oltre a dotarsi di lavoratori più propensi alle nuove e moderne tecnologie, l’azienda risparmierà anche da punto di vista del costo del lavoratore.
La pensione anticipata con il contratto di espansione e i contributi figurativi
I maggiori vantaggi riguardano coloro i quali nel contratto di espansione si trovano a 5 anni dalla pensione anticipata ordinaria. Infatti in questo caso oltre alla pensione liquidata in base alla contribuzione alla data del prepensionamento, si ha diritto anche alla contribuzione figurativa per tutti gli anni di anticipo. In altri termini la pensione rimarrà inalterata come se si fosse raggiunta la soglia minima per la pensione anticipata ordinaria. Sono sempre 5 anni gli anni di sconto offerti anche per la pensione anticipata ordinaria. Infatti possono accedere a questa tipologia di contratto quanti si trovano ad aver già maturato 37 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini con 36 più 10 per le donne. E senza limiti di età. Cosa che invece riguarda quanti si trovano a 5 anni dalla pensione di vecchiaia, che possono rientrare nel contratto di espansione a partire dai 62 anni di età.
Oltre alla pensione anticipata anche altri strumenti frutto dell’accordo coi sindacati
Il contratto di espansione non è una novità perché fu introdotto nel 2019 con il vecchio decreto Crescita. La novità rispetto al varo della misura è la possibilità di sfruttarlo anche nel 2023. Infatti inizialmente fu introdotto in via sperimentale. Nato come regime di aiuto per la riorganizzazione delle imprese, si deve passare da un accordo che datori di lavoro e lavoratori. Cioè da intesa tra associazioni di categoria dei primi e i sindacati. Un accordo che questi devono registrare in sede governativa.
Chi paga la pensione anticipata al lavoratore
Tornando al pensionamento anticipato per chi rientrerà nel contratto di espansione, va sottolineato che il tutto è a carico dell’azienda. Infatti sarà il datore di lavoro a riconoscere un’indennità mensile pari alla pensione maturata in quel momento dal lavoratore. E sarà una indennità mensile come una vera e propria pensione, erogata fino al termine dell’anticipo. Alle aziende la misura offre la possibilità di godere di uno sgravio di questi soldi che pagherà ai prepensionati pari alla NASPI che teoricamente i lavoratori avrebbero dovuto percepire per i due anni spettanti a chi ha lavorato per intero negli ultimi 4 anni di carriera.