Dal prossimo anno torna la pace contributiva. Lo prevede la legge di bilancio 2024 che ha ripristinato una misura già collaudata e utile per andare in pensione prima a coloro che hanno subito interruzioni di lavoro durante la carriera lavorativa. La misura si affiancherà al riscatto laurea, sia ordinario che agevolato, già esistente da anni.
Il Parlamento riapre, quindi, una misura già sperimentata per non penalizzare troppo i giovani lavoratori la cui carriera lavorativa è spesso costellata da vuoti e buchi contributivi.
Pace contributiva, cosa è, come funziona
Più nel dettaglio, la pace contributiva è una misura che consente di riscattare periodi di lavoro non coperti da contributi, al fine di aumentare il montante contributivo e quindi la pensione. E’ stata introdotta per la prima volta nel 2019 e poi prorogata nel 2020 e nel 2021. La legge di Bilancio 2024 ha previsto la sua proroga anche per il biennio 2024-2025.
La pace contributiva spetta a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, iscritti a una delle casse previdenziali obbligatorie. La misura prevede il calcolo dei contributi dovuti per i periodi non coperti, sulla base dell’aliquota contributiva vigente al momento della domanda di riscatto. I contributi dovuti possono essere versati in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.
La pace contributiva offre diversi vantaggi, tra cui:
- La possibilità di aumentare il montante contributivo e quindi la pensione;
- La possibilità di riscattare periodi di lavoro non coperti da contributi senza dover pagare gli interessi;
- La possibilità di rateizzare il pagamento dei contributi dovuti.
Vi sono tuttavia anche dei limiti da rispettare, tra cui la possibilità di riscattare al massimo 5 anni e la data ultima di versamento dei contributi che non deve andare oltre il 31 dicembre 2025 (salvo proroghe).
Il riscatto della laurea
Anche il riscatto della laurea rientra nella stessa procedura, ma a differenza del provvedimento adottato di recente con la legge di bilancio, la misura è permanente. Spetta a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, iscritti a una delle casse previdenziali obbligatorie. Prevede il calcolo dei contributi dovuti per il periodo di studi, sulla base dell’aliquota contributiva vigente al momento della domanda di riscatto.
In alternativa esiste il riscatto della laurea agevolato, più conveniente, che consente di pagare una misura fissa (5.360 euro per il 2023) per ogni 52 settimane riscattate, purché ricadenti nel sistema di calcolo contributivo. Anche in questo caso i contributi dovuti possono essere versati in un’unica soluzione o in rate mensili.
Il costo del riscatto laurea dipende dal periodo di studi da riscattare e dall’aliquota contributiva vigente al momento della domanda. Il vantaggio, come per la pace contributiva, consiste nella possibilità di aumentare il montante contributivo e quindi la pensione. Ma anche nella possibilità di anticipare la pensione o di migliorarne l’importo.
Da sapere che è possibile riscattare un massimo di 6 anni di studi, il costo del riscatto può essere molto elevato se di tipo ordinario e bisogna, in ogni caso, aver conseguito la laurea. I contributi riscattatati possono essere dedotti dal reddito imponibile nella misura annua di 5.164,47 euro, tanto nel caso di riscatto della laurea come per la pace contributiva.
Riassumendo…
- Torna la pace contributiva per il biennio 2024-2025.
- Il riscatto dei contributi può essere fatto per un massimo di 5 anni per periodi scoperti dopo il 1995.
- I versamenti servono per agevolare il pensionamento e potranno essere fatti a rate e senza interessi.
- La pace contributiva somiglia al riscatto della laurea, ma i costi cambiano.