Buongiorno dottoressa, ho 60 anni e attualmente ho 36 anni e 7 mesi di contributi: posso chiedere isopensione alla mia azienda? Lavoro in una spa con varie sedi in tutta Italia con circa 2500 dipendenti in fase di riorganizzazione del personale? E come funziona la richiesta, viene fatta dal lavoratore oppure dall’organizzazione sindacale? Grazie
L’isopensione, riservata ad aziende medio-grandi con esubero di personale, permette di anticipare tramite assegno di esodo la pensione fino a 7 anni rispetto a quella di vecchiaia o anticipata (torneranno ad essere 4 dal 2021).
La lettrice ci chiede se può chiedere al datore di lavoro l’assegno di esodo: a chi spetta proporre l’isopensione?
Accordo sindacale per isopensione: quali parti intervengono e chi decide
All’isopensione si arriva tramite accordo sindacale al quale partecipano rappresentanti dell’azienda, Inps e sindacati che rappresentano i diritti dei dipendenti. Una volta sottoscritto l’accordo quadro, i lavoratori saranno liberi di decidere se aderire allo scivolo pensionistico (adesione spesso incentivata dall’azienda). L’accordo può essere raggiunto anche a seguito di una procedura di licenziamento collettivo ex lege 223/1991.
L’accordo dovrà evidenziare i seguenti punti propedeutici al riconoscimento dell’isopensione:
- esubero del personale;
- specifica del numero dei lavoratori risultanti in eccedenza;
- data entro il quale il piano di esodo deve essere concluso.
L’accordo così stipulato dovrà essere presentato all’Inps per conto dell’azienda. L’Ente verificherà i requisiti di cui sopra. In caso di esito positivo rilascerà una stima del costo del piano di isopensione che servirà alla banca per la richiesta di fideiussione.
L’assegno di esodo viene messo in pagamento dal primo giorno del mese successivo alla cessazione del rapporto di lavoro per i dipendenti che aderiscono.
Può essere il dipendente a chiedere l’isopensione?
Cerchiamo, alla luce di questa spiegazione, di rispondere al dubbio di chi ci scrive. Posto che ricorrono i requisiti, il primo step sarebbe quello di verificare se l’azienda ha previsto un accordo di isopensione e, se così fosse, valutarne le condizioni e la convenienza. In caso contrario si può sempre pensare di proporre questa soluzione posto che è richiesto l’accordo del datore.