Sindacati e governo sono al tavolo per discutere la riforma pensioni. Al centro della discussione la pensione anticipata a 62 anni. Da un lato della fune il governo Draghi tira per l’applicazione del calcolo contributivo, unica via per rendere le pensioni a 62 anni sostenibili. Dall’altro i sindacati si oppongono a questa penalizzazione che, come accaduto per Opzione Donna, potrebbe significare perdere fino al 30% dell’importo mensile. Un vero salasso che pagherebbe il lavoratore. Ma nel caso contrario, facendo il passo più lungo della gamba, a pagare sarebbero le generazioni future, con il rischio che i fondi per pagare le pensioni non basteranno più per tutti e che si arrivi al collasso del sistema previdenziale.
Pensione a 62 anni come Opzione Donna?
La posizione dei sindacati è stata ben riassunta da Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil:
“E’ importante che il Governo abbia deciso di aprire questa fase di confronto con l’obiettivo di cambiare la legge Fornero, probabilmente lo scoglio grosso è individuare le modalità con cui arrivare ad una maggiore flessibilità. Noi proponiamo di poter andare in pensione o con 62 anni d’età o con 41 anni di contributi senza alcuna penalizzazione vessatoria sui trattamenti previdenziali per le persone, senza ricalcolo contributivo come opzione donna”.
Le prossime ore saranno decisive per capire quale quadra prenderà l’incontro esecutivo e sigle sindacali. Ecco perché tutti i lavoratori, giovani e meno giovani, sono interessati potenzialmente da questa decisione. E ovviamente a tenere gli occhi puntati sono soprattutto i nati nel 1960. Anno chiave: chi nel 2022 compierà 62 anni sta fremendo per sapere se e a quali condizioni potrà andare in pensione. Perché se per alcuni l’obiettivo è poter smettere di lavorare prima, per molti l’importo ridotto sarebbe di fatto un ostacolo insopportabile in termini di sopravvivenza con la pensione. Chiude sempre Ghiselli su questo punto: “siamo anche noi convinti che il sistema debba essere sostenibile nel medio lungo periodo dal punto di vista economico però lo siamo ancor più convinti che un sistema pensionistico lo debba essere anche da un punto di vista sociale, quindi attenzione alle persone, alla possibilità che devono avere per andare in pensione e il tipo di trattamento economico che dovranno maturare. Perché andare in pensione con delle pensioni povere non sarebbe un gran lavoro per nessuno“.