In pensione a 64 anni (con 20 di contributi), una scorciatoia poco conosciuta

Il nostro ordinamento consente di andare in pensione a 64 anni in alcuni casi particolari. Ecco quali sono e i requisiti da possedere.
3 anni fa
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Come andare in pensione a 64 anni, cioè tre anni prima dei requisiti di vecchiaia? Il nostro ordinamento previdenziale contempla rare eccezioni, tuttavia esiste una comoda possibilità di accedere alla pensione tre anni prima.

Come? La legge consente ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 di andare in pensione a  64 anni di età con almeno 20 di contributi effettivamente versati. È questa una via che la riforma Fornero ha riservato ai così detti contributivi puri.

In pensione a 64 anni con almeno 20 di contributi

Chi può beneficiare di questa possibilità è sicuramente il lavoratore iscritto alla Gestione Separata.

Essa è nata nel 1996 con la riforma Dini e prevede versamenti solo nel sistema di calcolo contributivo puro. Quindi, tre anni prima rispetto ai 67 anni previsti dalla vecchiaia.

Ma attenzione, versare nel sistema contributivo da solo non basta. Per accedere alla pensione è necessario che la stessa sia liquidata per un valore superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Circa 1.288 euro al mese.

Se non si raggiunge tale cifra, si deve attendere il compimento dei 67 anni. Ma anche qui occorre che la pensione liquidata non sia inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Circa 690 euro al mese. Se non si arriva nemmeno a 690 euro al mese, si slitta al 71 anni di età indipendentemente dalla misura della pensione spettante.

Il cumulo dei contributi

Per raggiungere tali requisiti reddituali, si può però anche sfruttare il cumulo gratuito dei contributi previsto dalla legge 228 del 2012. Il cumulo consente agli iscritti alla Gestione Separata di “sommare” i versamenti effettuati in altre gestioni obbligatorie verso quella dei parasubordinati.

Pertanto chi, ad esempio, avesse alcuni anni di contributi versati nel fondo lavoratori dipendenti prima del 1996, potrebbe sommarli a quelli versati nella Gestione Separata per raggiungere la soglia dei 20 anni e chiedere così la pensione al compimento dei 64 anni di età.

La pensione sarebbe liquidata nella Gestione Separata solo col sistema contributivo.

Tale gestione non prevede il calcolo misto della pensione. Per esercitare il cumulo bisogna avere

  • meno di 18 anni di contributi versati alla data del 31 dicembre 1995;
  • almeno un contributo accreditato alla data del 31 dicembre 1995;
  • possedere almeno 15 anni di contributi di cui almeno 5 accreditati dopo il 1996.

Insomma, paletti stringenti ma che potrebbero consentire, se rispettati, di andare in pensione a 64 anni anziché a 67. Il cumulo pertanto va valutato attentamente da chi ha pochi anni di contribuzione ante 1996 e ha lavorato almeno 5 anni dopo versando nella Gestione Separata.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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