Andare in pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni. Perché in Italia il futuro, per ritirarsi dal lavoro prima della maturazione dei requisiti per la pensione INPS di vecchiaia, si gioca tutto sulla flessibilità. Ovverosia sulla flessibilità in uscita.
In particolare, per la pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni questo significa, anzi significherebbe superare in via definitiva la riforma Fornero. Così come è riportato in questo articolo.
In pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni, il futuro si gioca tutto sulla flessibilità in uscita
Ma significherebbe pure, per la pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni, spingersi oltre le misure di pensionamento anticipato in vigore dal prossimo anno.
Nel dettaglio, per la pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni questo sarà eventualmente possibile solo a partire dal 2023. Quando per la previdenza pubblica in Italia è attesa una riforma strutturale. È questo, infatti, l’obiettivo del Governo Draghi che al riguardo, tra l’altro, ha attivato un tavolo di confronto con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil.
In ritiro dal lavoro con la flessibilità in uscita ma sempre e solo con il sistema di calcolo contributivo pieno
In particolare, per chi va in anticipata da 62 e fino a 65 anni questo significherebbe garantire un’ampia flessibilità in uscita. E questo, peraltro, in linea con quanto chiedono i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Ma in ogni caso il calcolo degli assegni con le anticipate sarebbe basato pienamente sul sistema di calcolo contributivo.
Quindi questo significherebbe, per la pensione anticipata da 62 e fino a 65 anni, assegno INPS di importo sempre e solo in base ai contributi previdenziali obbligatori effettivamente versati.