In pensione anticipata dal 2023 con misure eque e flessibili, ecco cosa prevede la riforma

Andare in pensione anticipata dal 2023 con misure non solo eque, ma anche flessibili. E questo al fine di agevolare l'uscita dal lavoro quando non si vogliono aspettare i 67 anni di età. Ecco come ritirarsi dal lavoro a partire dal prossimo anno.
3 anni fa
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Andare in pensione anticipata dal 2023 con misure non solo eque, ma anche flessibili. E questo al fine di agevolare l’uscita dal lavoro quando non si vogliono aspettare i 67 anni di età. Che sono quelli utili per l’accesso alla pensione INPS di vecchiaia.

In particolare, per la pensione anticipata dal 2023 con misure eque e flessibili gli aspetti da valutare sono due. Ovverosia, la sostenibilità di lungo termine della previdenza pubblica in Italia. E la possibilità per i lavoratori, prima dei 67 anni, di ritirarsi con 4-5 anni di anticipo.

In pensione anticipata dal 2023 con misure eque e flessibili, ecco cosa prevede la riforma Draghi

Nel dettaglio, per quanto detto, per il ritiro dal lavoro con misure eque e flessibili il costo non può essere interamente a carico dello Stato italiano. Ragion per cui in concreto la formula per la flessibilità in uscita sembra essere non solo ben definita, ma anche tracciata.

Precisamente, è molto probabile che per la pensione anticipata dal 2023 con misure eque e flessibili l’assegno INPS sarà più basso. Precisamente, più basso all’aumentare del numero di anni che servono per spegnere 67 candeline. Ovverosia, per ritirarsi dal lavoro con la pensione INPS di vecchiaia. Così come è riportato in questo articolo.

Ecco cosa prevede la riforma delle pensioni del Governo Draghi

Per la pensione anticipata dal 2023, con misure eque e flessibili, ecco cosa prevede la riforma del Governo italiano guidato dal premier Mario Draghi per andare in pensione dal 2023. Ovverosia, la flessibilità con il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo.

Questa è infatti, ad oggi, proprio per la pensione anticipata dal 2023, la proposta dell’Esecutivo formulata ai Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Ma al riguardo c’è ancora da trovare la quadra. In quanto i Sindacati al momento ritengono questa opzione troppo penalizzante per i lavoratori.

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