Andare in pensione anticipata nel 2023 con lo sconto. Ma in realtà a pagare sarà, anzi sarebbe sempre il lavoratore. Nello specifico, tutti quei lavoratori e tutte quelle lavoratrici alla ricerca di uno scivolo per il pensionamento anticipato. Rispetto ai tempi necessari per la maturazione dei requisiti INPS per la pensione di vecchiaia.
Nel dettaglio, l’ipotesi della pensione anticipata nel 2023 con lo sconto emerge dal confronto. Quello tra il Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ed i sindacati di Cgil, Cisl e Uil che al riguardo chiedono più flessibilità in uscita.
In pensione anticipata nel 2023 con lo sconto. Ma a pagare sarà sempre il lavoratore
Nel dettaglio, per la pensione anticipata nel 2023, da un lato i Sindacati chiedono gli scivoli pensionistici a partire dall’età dei 62 anni. Rispetto invece ai 64 anni richiesti nel 2022 per la Quota 102.
Ma dall’altro il Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, proprio per andare in pensione dal 2023, mira ad introdurre in maniera strutturale il sistema di calcolo contributivo pieno. Ecco perché, con gli assegni più bassi, a pagarsi la pensione anticipata sarebbe il lavoratore. E non lo Stato italiano. Nell’ottica del mantenimento della sostenibilità del sistema previdenziale.
A pagare sarà sempre il lavoratore dal prossimo anno con le anticipate?
Quindi, in base alle attese, si potrà andare in pensione anticipata nel 2023 con lo sconto. Ma questo sarà, anzi sarebbe a carico delle lavoratrici e dei lavoratori. Un prezzo da pagare, in particolare, per superare definitivamente lo scalone della legge Fornero.
Con la conseguenza che, in base a queste ipotesi, dal prossimo anno potrebbero essere attivati con il contributivo gli scivoli pensionistici a partire dai 62 anni di età. Ovverosia, a partire dal requisito anagrafico richiesto per la Quota 100. Quella che è andata a naturale scadenza, dopo un triennio sperimentale, alla fine dello scorso anno.