Andare in pensione con Opzione Donna strutturale. Rispetto alla misura che, proprio per l’anno in corso, è stata prorogata per altri 12 mesi con la legge di Bilancio. Vediamo allora, per le lavoratrici dipendenti e per quelle autonome, come funzionerebbe la misura anche dopo il 2022.
Nel dettaglio, andare in pensione con Opzione Donna strutturale significherebbe per le lavoratrici avere la certezza del ritiro dal lavoro. Sulla base di requisiti anagrafici e contributi fissi. E quindi senza questioni legate, di anno in anno, a proroghe e ad interventi legislativi.
In pensione con Opzione Donna strutturale, come funzionerebbe anche dopo il 2022
Quella ipotizzata potrebbe essere una delle misure contenute nella prossima riforma strutturale. Una riforma che, per quel che riguarda il percorso di confronto con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil, è salva. Così come è riportato in questo articolo.
Non a caso uno dei tre tavoli tematici di confronto sulla previdenza pubblica è incentrato proprio sulle pensioni dei giovani e delle donne. Con l’ipotesi di istituzione della pensione di garanzia. E con possibili misure finalizzate proprio a tutelare le lavoratrici. Ed in tal senso la possibilità di andare in pensione con Opzione Donna come misura strutturale sarebbe di certo un bel traguardo.
Quali sono gli attuali requisiti di pensionamento anticipato per le donne
Per andare in pensione con Opzione Donna strutturale si partirà chiaramente, per una possibile revisione, dai requisiti vigenti. Ovverosia, i 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti. Ed i 59 anni di età per le lavoratrici autonome. Con il rispetto, in entrambi i casi, del requisito dell’anzianità contributiva che è pari a 35 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.
Attualmente, inoltre, la misura prevede delle finestre di decorrenza. Con un’attesa che è pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti. Mentre le lavoratrici autonome devono aspettare ben 18 mesi. Tra la maturazione dei requisiti di accesso ad Opzione Donna non strutturale, per il momento, e l’accredito del primo assegno.