Andare in pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro. Ovverosia, rispetto al 2022, garantire maggiore flessibilità un uscita a partire dal prossimo anno per le pensioni anticipate. Questa è infatti una delle richieste dei Sindacati al tavolo di confronto con il Governo che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Inoltre, sulla flessibilità in uscita, per andare in pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro, è stato istituito un apposito tavolo tematico. Con le possibili scelte condivise con le parti sociali che poi potrebbero inserite già nel mese di aprile del 2022.
In pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro, il Def di aprile sarà la chiave
Nel dettaglio, i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil, per andare in pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro, chiedono due cose. Ovverosia, l’istituzione della Quota 41 pura. Così come è riportato in questo articolo. E questo, senza vincoli anagrafici, per permettere il ritiro dal lavoro con il solo requisito dell’anzianità contributiva. Ovverosia, 41 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.
Inoltre, dal 2023, sempre per andare in pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro, Cgil, Cisl e Uil chiedono anche il ritorno delle anticipate a 62 anni. Rispetto ai 64 anni di età che invece, quest’anno, servono per il ritiro dal lavoro con la Quota 102.
Il Def di aprile 2022 sarà la chiave per la riforma strutturale delle pensioni
Chiarito perché i Sindacati vogliono che si vada in pensione con più libertà di uscire prima dal lavoro, il Def di aprile 2022 sarà la chiave. E questo anche considerando il fatto che, per gli eventuali provvedimenti in cantiere per il 2023, il confronto del Governo italiano con i Sindacati dovrebbe chiudersi entro la fine del mese prossimo.