Il sistema a quote, e la possibilità di andare in pensione con la quota 100, è senza dubbio la novità più discussa al vaglio del nuovo governo sul fronte previdenziale. Con quanti anni prima si riesce veramente ad andare in pensione con la quota 100? E quanto pesa questo anticipo sull’assegno? Le proiezioni confermano una penalizzazione sulla pensione: ecco di quanto. E’ un prezzo che i lavoratori sono disposti a pagare per smettere di lavorare prima? Se si pensa al successo dell’opzione donna verrebbe di dire di si: in quel caso infatti la penalizzazione sulla pensione non ha frenato l’interesse per l’uscita anticipata.
Pensione quota 100: simulazione assegni e importi
Le simulazioni di Progetica sulla pensione futura partono da alcuni dati ipotizzando il caso di chi ha iniziato a versare i contributi rispettivamente a 20 o 30 anni (distinguendo tra uomini e donne) mettendo così a confronto il pensionamento con le nuove regole e con la riforma pensioni. Quale sistema conviene di più a conti fatti? Tempistiche e importi.
Pensioni a confronto: legge Fornero e quota 100
Partiamo dal caso di chi ha iniziato a lavorare, e a versare i contributi, a 20 anni o a 30 anni. Con le vecchie regole si va da un minimo di 62 anni per la pensione ad un massimo, nella peggiore delle ipotesi, di 70 (nel caso di chi inizia a lavorare a 30 anni). Con la quota 100 la novità più rilevante riguarda l’abbassamento dell’età pensionabile. Sarà possibile uscire anche a 61 anni se si hanno 41 anni e 6 mesi di contributi alle spalle.
Quanto si prenderebbe di pensione? La simulazione sulle pensioni fatta ha come riferimento un reddito lavorativo di fine carriera di 2 mila euro. La media è di quasi 200 euro in meno sulla pensione. In pensione prima quindi si ma con meno soldi.
Seguiremo da vicino gli aggiornamenti sulla riforma pensioni allo studio del nuovo governo 5 Stelle-Lega.