In pensione l’anno prossimo chi fa 34 anni di contributi entro il 2025, ma serve una domanda specifica

Serve una domanda di pensione subito per chi fa 34 anni di contributi entro il 2025, ecco come funziona adesso.
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Serve una domanda di pensione subito per chi fa 34 anni di contributi entro il 2025, ecco come funziona adesso.
Foto © Pixabay

Per le pensioni di vecchiaia servono circa 43 anni di contributi. Per le pensioni con quota 103 ne servono 41 di anni di versamenti. E lo stesso per le pensioni della quota 41 precoci. E chi non arriva nemmeno a 35 anni come può fare? Le possibilità non mancano per alcuni lavoratori. Ci sono diverse misure che consentono di andare in pensione con 35 anni di contributi. Per le lavoratrici c’è opzione donna, ma 35 anni di versamenti andavano completati entro il 31 dicembre 2024, e poi non è detto che la misura resterà ai nastri di partenza anche l’anno prossimo.
Solo invalidi, caregiver e disoccupati possono, con solo 30 anni di contributi, andare in pensione con l’Ape sociale.

Chi svolge un lavoro gravoso deve arrivare a 36 anni. Ma chi oggi fa 34 anni di contributi o li fa entro la fine del 2024, può andare in pensione l’anno prossimo grazie al lavoro che svolge. Ma solo se presente entro il primo maggio prossimo la domanda di certificazione del diritto.

In pensione l’anno prossimo chi fa 34 anni di contributi entro il 2025, ma serve una domanda specifica

C’è una sola via sicura che permette di andare in pensione per chi entro il 31 dicembre 2025 completa 34 anni di contributi. Questo qualcuno è colui che svolge un lavoro usurante tra quelli previsti dalla normativa vigente e che poi elencheremo. Nel frattempo l’INPS ha confermato come sia ormai imminente la scadenza delle domande di certificazione del diritto. Infatti come previsto dal decreto legislativo numero 67/2011 chi rientra nello scivolo usuranti per attività lavorativa svolta se raggiungono i requisiti entro la fine del 2026, dovranno necessariamente produrre domanda all’INPS per il riconoscimento dell’attività usurante e devono farlo entro il primo maggio 2025.

Il messaggio che l’INPS ha pubblicato sul suo portale ufficiale è il numero 801/2025

Chi deve presentare la domanda certificativa entro il primo maggio

I destinatari del messaggio sono i lavoratori impegnati nelle mansioni particolarmente usuranti di cui l’elenco è allegato al decreto ministeriale del 19 maggio 1999 art. 2, oppure i lavoratori della linea a catena, i conducenti di veicoli destinati al servizio pubblico di trasporto collettivo con almeno 9 posti e i lavoratori notturni. E se sono lavoratori che entro la fine del 2025 completano 34 anni di versamenti, rientrano a pieno titolo nella possibilità di pensionamento nel 2026.

Ecco i requisiti per andare in pensione nel 2026 con lo scivolo usuranti

Secondo ciò che prevede la normativa, la domanda di certificazione è fondamentale non tanto per il diritto alla pensione. Infatti il ritardo nella presentazione comporta il differimento della decorrenza delle pensioni. E con una formula a salire, perché per domande con un mese di ritardo, la pensione differisce di un mese, con due mesi di ritardo il differimento è di 2 mesi e per ritardi ancora maggiori è di 3 mesi. Il ritardo oltre il primo maggio per la domanda di certificazione, comporta la perdita di mesi di trattamento quindi.
SI rammenta che per la pensione con lo scivolo usuranti servono 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.

Inoltre bisogna arrivare a maturare quota 97,6. Quota che si completa con la sommatoria di età e contributi. Quindi, chi completa i tre requisiti appena elencati a partire dal primo gennaio 2026 e fino al 31 dicembre 2026, deve provvedere entro il primo maggio alla domanda di certificazione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Non lo trovo giusto che la pensione di reversibilità può diminuire in base al reddito che ha la moglie perché sono contributi che un lavoratore ha versato con sudore, s pagare le pene è sempre il popolo perché non aboliscono i vitalizi che non hanno scadenza, anzi se i contributi servono solo ad assicurare una misera pensione io non li verserei e mi farei una pensione integrativa con qualche assicurazione o banca dove i soldi che si versano vanno anche rivalutati

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