Mentre governo e sindacati continuano il confronto sulla riforma pensioni, intanto, vediamo a chi, nel 2022, l’attuale sistema pensionistico permette di andare in pensione anticipata avendo raggiunto requisiti anagrafici e contributivi richiesti.
Dalla pensione di vecchiaia a quella anticipata ordinaria; dalla nuova quota 102 per finire ad Opzione donna. Offriamo una breve guida.
Pensione anticipata ordinaria e di vecchiaia
Tra le pensioni anticipate c’è quella “ordinaria”, vale a dire l’ex pensione di anzianità. Il sistema permette di congedarsi dal mondo del lavoro, a prescindere dall’età anagrafica, al raggiungimento di:
- 41 anni e 10 mesi di contributi (pari a 2.175 settimane) se donne
- 42 anni e 10 mesi di contributi (pari a 2.227 settimane) se uomini.
Una volta maturati i requisiti, il cittadino può presentare domanda in qualsiasi momento (quindi, può anche decidere di continuare a lavorare per altri anni e poi presentare domanda).
Nella guida pensioni anticipata trova spazio anche quella di “vecchiaia”, con 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contribuzione. Qui l’assegno pensionistico non è un granché.
Guida pensione anticipata, ci sono anche Quota 102, Ape social e Opzione donna
Il 31 dicembre 2021 è finita Quota 100, che ha permesso (e permette) la pensione anticipata a chi, entro la citata data abbia conseguito 38 anni di contributi e 62 anni di età.
Per il solo anno 2022, Quota 100 è sostituita da Quota 102 (possibilità di pensione anticipata per chi quest’anno matura 38 anni di contributi e 64 anni di età). E’ inutile far presente che questa uscita anticipata dal lavoro, comunque, comporta un trattamento pensionistico più basso di quello ordinario.
Confermate per il 2022 anche:
- ape social, con possibilità di pensione a 63 anni con un minimo contributivo che può variare dai 30, 32 e 36 anni. E’ riservata a particolari categorie di lavoratori (disoccupati, Caregiver, lavoratori con invalidità pari o superiore al 74 per cento o che svolgono mansioni gravose)
- opzione donna, riservata alla donne, che entro il 31 dicembre 2021, hanno conseguito 35 anni di contributi ed un’età anagrafica pari a 58 anni (se lavoratrici dipendenti) e 59 anni (se lavoratrici autonome). Qui, l’assegno pensionistico è calcolato con metodo contributivo.
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