In pensione nel 2022 ma solo con una parte di pensione: come funziona l’Ape contributiva

Arriva Ape contributiva (da affiancare ad Ape sociale), la proposta del Inps per mandare tutti in pensione nel 2022 a 63 anni.
3 anni fa
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Abbiamo una ultima possibilità per salvare le pensioni: il Presidente Inps ci spiega quale

Che si chiami Ape contributiva, pensione flessibile o a tranches, resta questa la soluzione più accreditata per le pensioni anticipate 2022. La fine di quota 100 a fine anno porterà quindi novità sui pensionamenti anticipati.

A suggerire al Parlamento di percorrere la strada del pensionamento in due tranches, con Ape contributiva, a partire dai 63 anni è il presidente Inps Pasquale Tridico. Nella sua recente audizione alla Commissione Lavoro della Camera Tridico, ha indicato questa soluzione come la meno onerosa e più gradita dal governo da seguire.

Ape contributiva per andare in pensione prima

L’Ape contributiva prevede il pensionamento anticipato a 63 anni con almeno 20 di contributi versati per la sola parte contributiva accumulata. Al compimento dei 67 anni, poi, sarebbe liquidata la restante parte retributiva.

Quindi, di fatto un anticipo pensionistico che si affiancherebbe ad Ape sociale, già esistente, e che prevede il pensionamento anticipato a 63 anni con almeno 30 anni di contributi (36 per i lavoratori usuranti).

Il progetto di riforma delle pensioni ruoterebbe quindi intorno al potenziamento di Ape sociale attraverso Ape contributiva. Da un lato con l’allargamento della platea dei lavori usuranti, di cui la commissione governativa Damiano ha già stilato un lungo elenco. Dall’altro con l’inclusione di tutti gli altri lavoratori esclusi, ma solo con la liquidazione della pensione a metà.

Mezza pensione a 63 anni subito

Il progetto di Tridico, a quanto pare, è l’unico che potrebbe passare al vaglio di Bruxelles e delle autorità economiche internazionali. La previsione di spesa, in questo senso, è molto contenuta rispetto alle altre ipotesi finora ventilate da partiti e parti sociali.

Secondo le stime Inps, la platea interessata ad Ape contributiva per i prossimi tre anni è così prevista: circa 50 mila nel 2022, 66 mila nel 2023, 87 mila nel 2024. Per un costo nel primo anno pari a 453 milioni, 935 nel secondo, 1.134 nel terzo. Spese che – sottolinea Tridico – sarebbero unicamente ascrivibili ad anticipazione di cassa dei flussi.

Di fatto, il costo sarà pari a zero, perché i lavoratori anticipano la pensione che hanno accumulato con i loro contributi. Solo al compimento dei 67 anni, con la liquidazione della parte retributiva, ci saranno maggiori aggravi a bilancio. Ma sarebbe comunque un risparmio perché si ritarderebbe il pagamento delle pensioni rispetto a quanto avvenuto finora con quota 100.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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