A fine anno, se non saranno prorogate quota 102 e opzione Donna, ritornerà lo spauracchio della Legge Fornero sulle pensioni 2023.
Considerata l’attuale situazione politica in cui ci troviamo, difficilmente il prossimo Governo potrà adottare nel breve termine misure con le quali attuare la cosiddetta riforma delle pensioni.
Tant’è che sembra elemento comune delle campagne elettorali delle varie forze politiche, l’adozione di norme temporanee per superare i rigidi paletti della Legge Fornero.
Tuttavia, a oggi, bisogna essere realisti e considerare la possibilità di ritorno alle Legge Fornero.
Addio a quota 102
A fine anno, in base alle norme attuali, scadrà quota 102.
Per sfruttare quota 102, ex D.L. 4/2019, entro il 31 dicembre 2022, è necessario avere:
- un’età di almeno 64 anni e
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Possono andare in pensione con quota 102: gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni.
Chi vuole andare in pensione con quota 102 e rispetta i suddetti requisiti alla data del 31 dicembre 2022, può esercitare il diritto alla pensione, anche successivamente a tale data. Dunque, si può andare in pensione con quota 102 anche dopo il 31 dicembre.
Le alternative se ritorna la Fornero
Come detto in premessa, c’è la possibilità che dal prossimo anno ritorni la Fornero.
Da qui, per la pensione di vecchiaia 2023 saranno necessari almeno 67 anni di età e un’anzianità contributiva di 20 anni.
Sempre percorribile la pensione anticipata ordinaria nonchè quella contributiva.
Possono richiedere la pensione anticipata ordinaria i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.
Sulla pensione anticipata contributiva, tale possibilità di pensionamento è riconosciuta ai lavoratori che:
- hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996,
- hanno un’eta di 64 anni di età;
- presentino almeno 20 anni di contribuzione effettiva nel sistema contributivo puro;
- abbiano diritto ad una pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato).
A ogni modo, se hai meno di 66 e vuoi andare in pensione l’anno prossimo, ti conviene attendere le decisioni del prossimo Governo.
Prorogare quota 102 e Opzione donna, potrebbe consentire al Governo di affrontare con maggiore calma la riforma delle pensioni.