“Il denaro è volgare ma meraviglioso. Tutto ciò che desidero dalla vita è fare un sacco di soldi e spenderli“, affermava Freddie Mercury. I soldi, d’altronde, sono croce e delizia nella vita di ognuno di noi. Proprio grazie al denaro abbiamo la possibilità di acquistare tutti i beni e i servizi di nostro interesse. Allo stesso tempo non si possono sottovalutare le criticità con cui si rischia di dover fare i conti per riuscire ad attingere al denaro di cui necessitiamo.
Se tutto questo non bastasse, complice la crisi economica in atto, lo stipendio risulta spesso insufficiente. Difficoltà finanziarie che si possono presentare anche una volta ottenuto l’accesso alla pensione. Questo soprattutto quando la pensione è anticipata e per questo motivo si ottiene un assegno ridotto rispetto a quello a cui si avrebbe diritto aspettando il raggiungimento dei requisiti per accedere alla pensione ordinaria. Ma come andare in pensione prima con la 104? Ecco come funziona.
In pensione prima con la 104: quando lo stipendio se ne va per pagare la badante
“Buongiorno, mio padre ha un handicap grave e per questo motivo ha bisogno costante di assistenza. Oltre ai vari medicinali di cui necessita, lo stipendio se ne va anche e soprattutto per pagare la badante che lo aiuta nelle varie faccende quotidiane. I soldi sembrano non bastare mai e per questo motivo vorremmo sapere se può accedere ad alcune agevolazioni, come la pensione anticipata, considerando che è titolare di legge 104. Grazie anticipatamente per la risposta“.
Un quesito, quello del nostro lettore, che pone i riflettori su un tema cruciale come quello delle pensioni. Ebbene, i titolari di Legge 104 possono, in determinati casi, possono accedere alla pensione prima del previsto. Un’agevolazione indubbiamente importante, che non si rivela essere però tutta rose e fiori.
Gli elementi da prendere in considerazione prima di decidere
Per uscire dal mondo del lavoro è bene valutare quali sono le varie soluzioni disponibili e optare per quella più adatta alle proprie esigenze. Entrando nei dettagli, tra le strade percorribili per la pensione come rendita ponte fino al raggiungimento dell’età di 67 anni, si annoverano le seguenti:
- Lavoratori precoci. Permette di andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. Questo a patto di aver versato almeno un contributo prima di compiere l’età di 19 anni ed appartenere a una delle seguenti categorie;
- disoccupato in seguito a licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- soggetto che assiste e convive da almeno sei mesi con il coniuge o parente non autosufficiente;
- riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;
- persone che svolgono lavori usuranti o gravosi.
- Ape Sociale. Ne hanno diritto i disoccupati, disabili con percentuale pari almeno al 74%, caregiver e coloro che svolgono lavori gravosi. A tal fine è necessario avere almeno 63 anni di età e aver maturato tra i 30 e i 36 anni i contributi, in base alla categoria di riferimento.
Donne e invalidi settore privato
- Opzione Donna. Prorogata nel 2023, come si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, le lavoratrici potranno andare “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. “Opzione donna” è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.
- Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità 80%. Ne hanno diritto solo i lavoratori del settore privato, purché abbiano maturato almeno 20 anni di contributi. Grazie a tale misura le donne possono andare in pensione all’età di 56 anni, mentre gli uomini all’età di 61 anni. Per poter beneficiare di tale opportunità è necessario che il soggetto interessato presenti una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%.