In pensione prima possibile a 63 anni, come fare tra disoccupazione e invalidità

Come accelerare l'uscita dal mondo del lavoro e la pensione a 63 anni tra disoccupazione indennizzata e status di caregiver.
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2 giorni fa
3 minuti di lettura
Come accelerare l'uscita dal mondo del lavoro e la pensione a 63 anni tra disoccupazione indennizzata e status di caregiver.
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Andare in pensione a 63 anni e 5 mesi è ciò che consente l’Ape sociale. Tuttavia, si tratta di una misura riservata a determinate categorie di lavoratori, non essendo una prestazione a carattere generale. Possono accedervi, infatti, solo coloro che rientrano tra i disoccupati, gli invalidi, i caregiver o gli addetti a lavori gravosi.

Il meccanismo dell’Ape sociale è piuttosto articolato, poiché ogni categoria ha requisiti specifici da soddisfare. Questo apre la strada ad alcune riflessioni. Ad esempio, può capitare che una persona abbia diritto alla misura in virtù dell’appartenenza a due categorie diverse tra quelle ammesse. In questi casi, per accedere alla pensione anticipata, è fondamentale scegliere la strada più vantaggiosa.

“Buonasera, sono Sandro e sono un lavoratore di 65 anni. Ho appena completato i 30 anni di contributi necessari per la pensione con l’Ape sociale. Il mio datore di lavoro mi licenzierà a fine marzo. Quindi, teoricamente, dovrei prima passare dalla Naspi per ottenere la pensione, giusto? A conti fatti, mi spetterebbero 10 mesi di Naspi. Ma così andrei in pensione solo nel 2026. Secondo voi, farei bene a portare a casa mia madre invalida, così da diventare anche caregiver? Lei è invalida grave e già usufruisco dei permessi legge 104 per 3 giorni al mese. Secondo voi è meglio questa via? Così eviterei di passare prima per la Naspi.”

In pensione prima possibile a 63 anni: come fare tra disoccupazione e invalidità

Come accennato, l’Ape sociale consente il pensionamento a 63 anni e 5 mesi, ma solo per le categorie indicate. I contributi richiesti variano a seconda del profilo: almeno 30 anni per disoccupati, caregiver e invalidi, mentre servono 36 anni per gli addetti a lavori gravosi.

Ogni categoria ha ulteriori requisiti da rispettare:

  • per i lavori gravosi, l’attività deve essere stata svolta per almeno 7 degli ultimi 10 anni, oppure per 6 degli ultimi 7;
  • per gli invalidi, il grado di disabilità deve essere certificato e non inferiore al 74%;

  • il disoccupato deve aver terminato di percepire tutta la Naspi spettante;

  • il caregiver deve risultare convivente da almeno 6 mesi con il familiare in condizione di disabilità grave;

Tra disoccupazione e status di caregiver: cosa cambia per l’Ape sociale

Nel caso specifico del lettore, la situazione è particolare. Dopo il licenziamento, dovrebbe in linea di principio richiedere la Naspi all’INPS.

Tuttavia, alcuni interpretano una recente sentenza della Cassazione in modo differente: ciò che conta, secondo questa visione, sarebbe il diritto alla Naspi e non la sua effettiva fruizione. In sostanza, si sostiene che, per il solo fatto di avere diritto alla Naspi, si possa già accedere all’Ape sociale, anche senza averla richiesto.

Tuttavia, la sentenza è una cosa, la normativa un’altra, e l’orientamento dell’INPS un’altra ancora. In pratica, l’INPS richiede che il lavoratore chieda e consumi tutta la Naspi prima di accedere all’Ape sociale. In mancanza di ciò, la domanda di pensione potrebbe essere respinta.

Solo dopo l’eventuale rigetto, il lavoratore potrebbe presentare ricorso, citando la sentenza in questione.

Ma non è garantito che anche altri giudici decidano di imporre all’INPS il riconoscimento della pensione anticipata.

In pensione grazie all’invalidità del parente o grazie alla disoccupazione?

In termini pratici, il nostro lettore dovrebbe probabilmente presentare prima la domanda di Naspi, posticipando così la pensione al 2026, dopo i 10 mesi di disoccupazione, per essere certo di non vedersi respinta la richiesta di Ape sociale.

Tuttavia, la seconda opzione che lui stesso ipotizza — diventare caregiver convivente della madre invalida — potrebbe permettergli di anticipare la quiescenza. In tal caso, dovrebbe far convivere la madre con sé per almeno 6 mesi, dopodiché potrebbe presentare la domanda di pensione come caregiver, forse entro la fine dell’anno.

Attenzione però: scegliere la via del caregiver implica rinunciare alla Naspi. Le due misure, infatti, non sono cumulabili. Una volta presentata la domanda di Naspi, il lavoratore dovrà completarne l’intero periodo di fruizione prima di accedere all’Ape sociale.

Su questo punto ci sono pochi dubbi, poiché le due prestazioni non possono essere percepite contemporaneamente.

Curiosamente, il lettore sembra avere una certa resistenza verso la Naspi, eppure è importante ricordare che:

  • La Naspi copre il 75% dello stipendio iniziale, per poi calare del 3% al mese dopo i primi 6 mesi.

  • Durante la Naspi si maturano contributi figurativi, che, seppur minimi, aumentano l’importo finale della pensione.

  • I coefficienti di trasformazione per la parte contributiva della pensione migliorano con l’età: in altre parole, più si ritarda il pensionamento, più alta sarà la pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Se un lavoratore ha 32 anni di contributi per lavoro dipendente, è 4 anni di lavoro con la partita IVA, può accedere all’ape sociale??

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