Andare in pensione dal 2023 senza la legge Fornero. E quindi senza lo scalone che è stato introdotto ai tempi del Governo Monti. È questa, infatti, una delle richieste dei Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Al tavolo di confronto con il Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Pur tuttavia, per andare in pensione senza la legge Fornero c’è da sciogliere un nodo. Che è quello della flessibilità in uscita. Una questione che rientra in uno dei tre tavoli tematici istituiti dal Governo italiano proprio nel confronto con i Sindacati.
In pensione senza la legge Fornero, la flessibilità in uscita è il grande rebus
Pur tuttavia, per andare in pensione senza la legge Fornero e con la flessibilità in uscita, è arrivata in un certo senso una battuta d’arresto. In quanto il confronto Governo-Sindacati, fissato per il 7 febbraio del 2022, è slittato.
Per il 7/2, in particolare, era attesa la verifica politica legata alla riforma strutturale della previdenza pubblica a partire dal 2023. Ma a quanto pare, per andare in pensione senza la legge Fornero dal prossimo anno, servirà un altro tagliando. Ovverosia proprio una nuova verifica a livello tecnico sulla flessibilità in uscita.
Perché la flessibilità in uscita è il grande rebus nel confronto Governo-Sindacati
In linea con le attese, per andare in pensione senza la legge Fornero, quello sulla flessibilità in uscita è il tavolo di confronto tematico più critico. E questo perché da un lato i Sindacati a partire dal 2023 chiedono l’uscita anticipata dal lavoro a partire dai 62 anni di età. Ma dall’altro il Governo italiano punta ad introdurre in maniera strutturale il sistema di calcolo contributivo pieno. Il che significherebbe per i lavoratori ritirarsi con le anticipate prendendo una pensione più bassa.