Meno infortuni sul lavoro con il coronavirus. Sembra un dato incoraggiante, ma di fatto non è altro che la conseguenza del fermo delle attività lavorative nel mese di marzo.
Secondo l’Inail sono infatti calate notevolmente le denunce di malattia e infortunio nel primo trimestre 2020, dopo lo scoppio dell’epidemia Covid-19. Un dato che potrebbe essere confermato anche nel secondo trimestre dell’anno, visto che il blocco delle attività lavorative ha interessato anche il mese di aprile e, in parte, anche maggio.
Meno morti e infortuni sul lavoro
Stando ai numeri, nel dettaglio, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto nei primi tre mesi dell’anno sono state 130.905 (-16,9% rispetto allo stesso periodo del 2019), 166 delle quali con esito mortale (-21,7%). In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.101 (-11,3%). I dati sono fortemente influenzati dall’emergenza covid-19, che in marzo ha portato alla sospensione di molte attività lavorative su tutto il territorio nazionale. L’analisi territoriale evidenzia nel primo trimestre del 2020 un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: -15,2% nel Nord-Ovest, -17,6% nel Nord-Est, -17,8% al Centro, -19,1% al Sud e -14,7% nelle Isole. Se si limita il confronto al solo mese di marzo, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche risultano molto più evidenti (compresi tra il -38% e il -52%).
Male il comparto sanitario
Al contrario, stanno salendo vertiginosamente le denunce di infortunio nel settore sanità. Come noto, l’Inail ha riconosciuto per gli operatori sanitari l’infortunio per lavoro a seguito di contagio da Covid-19. Da qualche settimana, quindi, l’istituto ha registrato un forte incremento di denunce, giustificate da tampone positivo. In una nota, l’Inail precisa che nel settore Ateco “Sanità e assistenza sociale” si è registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019).
A marzo boom di infortuni nella sanità
A partire dalla rilevazione di marzo, infatti, nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le denunce relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere. Il dato è destinato a salire con l’aumento della curva dei contagi ad aprile e con l’estensione della copertura assicurativa Inail anche al personale non sanitario, addetto ai lavori a stretto contatto con le persone nell’ambito delle attività che non sono sospese o rinviate a domicilio con il riscorso allo smart working. Quindi, cassieri, autisti, assistenti non sanitari, ecc.