Il lavoro consente di ottenere il denaro necessario per riuscire a far fronte alle varie spese della vita quotidiana, a partire dalle bollette fino ad arrivare ai più piccoli sfizi. Anche una volta tagliato il traguardo della pensione, poi, bisogna ugualmente mettere mano al portafoglio per pagare beni e servizi di vario genere.
Proprio le pensioni, però, finiscono spesso al centro delle critiche in quanto i relativi importi sono considerati molto bassi e inadeguati al costo della vita. Per questo motivo interesserà sapere che è sufficiente imparare a leggere la busta paga per trovare l’importo della pensione futura e non farsi trovare impreparati.
Incredibile se impari a leggere la busta paga trovi l’importo della tua pensione futura scritto: ecco come fare
Come già visto, non sono passati inosservati gli ultimi dati resi noti dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che hanno messo in luce la scomoda verità sui trattamenti pensionistici. Proprio soffermandosi su quest’ultimi, in effetti, è bene sapere che è sufficiente imparare a leggere la busta paga per trovare l’importo della pensione futura. Ma come fare?
Ebbene, come è facile intuire, non è possibile fornire una risposta a priori, in quanto le modalità di calcolo risultano alquanto differenti da un lavoratore all’altro. A determinare l’importo finale, infatti, sono vari elementi, quali ad esempio lo stipendio, ma anche l’età anagrafica e il numero degli anni trascorsi sul posto di lavoro.
Importo pensione futura: il sistema di calcolo
Ma non solo, ad avere un ruolo importante nella determinazione dell’importo del trattamento pensionistico è il sistema di calcolo. In particolare sono tre le modalità al momento disponibili, ovvero retributivo, contributivo e misto. Quest’ultimo, ricordiamo, viene applicato a coloro che hanno iniziato a versare contributi entro il 31 dicembre 1995.
Come facilmente intuibile dal nome, l’importo finale viene determinato facendo un mix degli altri due sistemi.
Trattamenti pensionistici: cosa sono i coefficienti di trasformazione e sostituzione
Se tutto questo non bastasse, bisogna considerare anche il tasso di sostituzione, ovvero il rapporto percentuale fra prima pensione e ultimo stipendio percepito prima del pensionamento. Tale tasso è pari a circa il 55% della retribuzione media ottenuta da un lavoratore.
Da non dimenticare, poi, i coefficienti di trasformazione. Quest’ultimi, come si evince dal sito dell’Inps, vengono utilizzati in caso di calcolo della pensione con metodo contributivo. Entrando nei dettagli:
“Grazie a questi valori il montante contributivo versato dal lavoratore durante la sua vita lavorativa viene trasformato nella pensione annua. I coefficienti di trasformazione variano in base all’età anagrafica del lavoratore nel momento in cui consegue la prestazione previdenziale, a partire dall’età di 57 anni fino ai 70 anni. Maggiore è l’età del lavoratore, più elevati risulteranno anche i coefficienti di trasformazione”.
Ne consegue, quindi, che più anni si trascorrono a lavoro, più alto sarà anche l’importo del trattamento pensionistico. Proprio prendendo in considerazione tutti questi elementi e leggendo la propria busta paga, pertanto, è possibile conoscere approssimativamente l’importo della propria pensione futura.