Indennità di disoccupazione Naspi, l’Inps lascia in giacenza le pratiche per molto tempo, in alcuni casi inviare una diffida può accelerare l’esito. Analizziamo il quesito di una nostra lettrice che ha richiesto la Naspi in un’unica soluzione per aprire un’attività.
Naspi e partita Iva: le difficoltà riscontrate
Buongiorno Angelina, la contatto in quanto la mia situazione è abbastanza singolare. Ho provveduto a dicembre 2018 ad inoltrare una domanda di Naspi a seguito di conclusione contratto lavorativo presso l’ufficio INPS territoriale di competenza. Domanda che inizialmente mi viene rifiutata in quanto i funzionari non leggono gli allegati, nei quali viene allegato il contratto dell’ultimo rapporto lavorativo, ma ritrovano nel portale unilav le mie dimissioni volontarie del precedente lavoro. Mi rivolgo ad un patronato a gennaio 2019 ripresentando domanda di Naspi, che mi verrà poi accolta in febbraio 2019.
Successivamente alla presentazione della domanda di Naspi, vengo a conoscenza della possibilità di richiedere l’erogazione in un’unica soluzione dell’importo spettante a seguito di apertura di partita IVA, per cui in gennaio 2019 inoltro domanda di anticipazione Naspi con allegato il certificato dell’agenzia delle entrate in cui si evince data avvio attività a gennaio 2019 con partita IVA attiva e il patronato mi assicura che la documentazione e la procedura sono regolari e devo solo aspettare che l’INPS lavori la pratica.
Dopo diversi solleciti, sia di persona, sia tramite call center, ad oggi 10/04/19 la pratica risulta ancora in giacenza. Ho provato più volte a scrivere anche all’ufficio di zona tramite INPS-risponde, specificando la necessità del contributo per far fronte alle spese di gestione, banalmente le spese di un’auto o di un pc per lavorare, visto che questo contributo nasce proprio supportare il cittadino nell’avvio della libera professione.
Ad oggi, ho svolto anche esame di agente di commercio e mi sono iscritta in camera di commercio, comunicando a loro e per conoscenza al patronato, tramite pec, tutta la variazione, mantenendo però il mio codice di partita iva originario, attivo sempre da gennaio 2019 come data di inizio attività.
Non so come muovermi, sono andata di nuovo al patronato specificando nuovamente l’esigenza di questo contributo e venerdì scorso la ragazza che mi segue la pratica, ha inoltrato una pec al dirigente Inps chiedendo la lavorazione della stessa, visto il motivo della richiesta di questa prestazione.
Cosa mi consiglia di fare? Di questo passo, se non procederanno alla gestione della mia pratica prima di Pasqua, deduco che arriveremo a maggio. E intanto la mia attività è già bella che avviata e di questo contributo, nemmeno l’ombra.
Le invio in allegato un documento INPS che ho trovato sul sito, nel quale viene definito il tempo di conclusione dei procedimenti. È possibile far una diffida? Far fede a quello? Grazie e buona giornata.
Indennità Naspi non corrisposta: diffida
Per esperienza le consiglio di inoltrare diffida all’Inps tramite pec, in cui chiede l’elaborazione della pratica, considerando i numerosi solleciti effettuati dal patronato e da lei personalmente al Contact center, se ricorda le date e gli orari, lì può menzionare.
La diffida dovrà contenere in modo preciso tutte le informazioni e la documentazione inerente la richiesta di contributo Naspi in un’unica soluzione.
La diffida la può inviare lei personalmente tramite pec. In quest’articolo: Indennità Naspi dopo patto di conciliazione, l’Inps non accetta la pratica, cosa fare?, troverà il modulo di diffida a cui può fare riferimento. Il modulo è generico, parla di sospensione della Naspi, perché quando l’ho redatto ho esaminato quella questione. Lei lo può personalizzare secondo le sue motivazione e non per sospensione ma per mancata elaborazione della richiesta di indennità di disoccupazione retribuita – Naspi.