Brutto, pessimo dato sull’inflazione ad aprile in Italia. La fase di decelerazione si è arrestata dopo quattro mesi. L’indice dei prezzi al consumo è tornato a salire dell’8,3% su base annua e dello 0,5% rispetto a marzo. Un mese prima, era stato rispettivamente del 7,6% e del -0,4%. A pesare è stato il cosiddetto “effetto base”, vale a dire il confronto con l’indice dei prezzi nel mese di aprile dell’anno scorso. Il caro energia continua a farsi sentire per i beni non regolamentati (+26,7% contro +18,9% a marzo).
Invece, lo spread è rimasto sostanzialmente invariato, anzi in leggerissimo calo. I rendimenti dei BTp a 10 anni sono aumentati di poco e mentre scriviamo stanno tornando ai livelli pre-dati. Sembra un paradosso, perché una stretta monetaria decisa è considerata negativamente nell’ottica della sostenibilità del debito pubblico italiano, il secondo più alto in Europa dopo la Grecia.
Rendimenti BTp e aspettative su tassi BCE
Ma i dati vanno letti nella loro interezza. L’inflazione “core” o di fondo, al netto dei prodotti energetici e dei generi alimentari, è scesa dopo quasi un anno nell’Area Euro al 5,6% dal 5,7% a cui era salito a marzo. In Italia, è rimasto sostanzialmente stabile al 6,3%. E questo è un segnale molto importante per valutare le prossime mosse della politica monetaria. I cosiddetti “falchi” nel board della BCE propendono per un aumento dei tassi dello 0,50% a maggio, ma sarebbero disposti a cedere sul punto con la stabilizzazione dell’inflazione di fondo.
I rendimenti dei BTp stanno risentendo positivamente della sensazione che la BCE possa decidere questo giovedì di aumentare i tassi solo dello 0,25%. E’ vero che l’inflazione sia tornata a salire, ma il trend di fondo inizierebbe a suggerire il raggiungimento del picco prima di iniziare la probabile discesa.