L’inflazione in Argentina ha subito una decisa frenata nel mese di settembre. Rispetto ad agosto, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3,50%, ai minimi dal novembre del 2021. Era al 4,2% in agosto. Anche su base annuale c’è stata una forte discesa, ma dal 236,7% al 209%. Anche in questo caso, però, il picco è lontano. Fu del 292,2% ad aprile. In ogni caso, si tratta del dato più basso dallo scorso dicembre, mese in cui il presidente Javier Milei entrò in carica.
Primo semestre 2024 con bilancio in attivo
Gli analisti stimano che l’inflazione argentina scenderà al 124% entro la fine dell’anno e al 40,9% entro un anno.
E anche sul fronte fiscale ci sono buone notizie. In tutti i primi sei mesi dell’anno c’è stato un avanzo di bilancio. Dunque, Buenos Aires sta riuscendo non solo a registrare surplus primari, cioè al netto della spesa per interessi, ma a chiudere in attivo anche comprendendo questa voce. Per l’anno prossimo Milei ha fissato l’obiettivo di un avanzo primario pari all’1,3% del Pil. E al Congresso ha spiegato o minacciato che dir si voglia, che porrà il veto su ogni legge dello stato che metta a rischio la sua politica del deficit zero. Il pareggio di bilancio è considerato un obiettivo irrinunciabile per Casa Rosada.
Svalutazione del cambio e tagli alla spesa
Come sta riuscendo il presidente a ridurre l’inflazione argentina? A settembre ha ridotto dal 17,5% al 7,5% la principale tassa sulle importazioni. Non ha rinunciato, invece, al piano per svalutare il cambio del 2% al mese.
Entro la fine dell’anno prossimo, stima Milei, il cambio ufficiale salirà a 1.207 pesos. Questi obiettivi sono perseguiti attraverso una politica fiscale molto restrittiva. Tagli ai sussidi, stop alle assunzioni nel pubblico impiego e licenziamenti degli ultimi assunti, nonché “congelamento” di tutte le opere pubbliche. I numeri dicono che il tasso di povertà stia salendo. E Milei non lo nega, anzi rimarca che sarebbe più alto delle statistiche ufficiali. Il suo obiettivo consiste nello sradicare le cause dell’eterna crisi argentina.
Inflazione argentina giù, mercati fiduciosi
I mercati gli stanno accordando fiducia. Da quando ha vinto le elezioni nel novembre scorso, il bond in dollari con scadenza luglio 2029 è salito da 25 a più di 64 centesimi (+157%). E l’indice Merval ha segnato un rialzo del 1.000%, che va ben oltre lo stesso tasso dell’inflazione argentina nell’ultimo anno. Per il 2025 Milei stima un ritorno alla crescita del Pil a +5% dopo il -3,5% atteso dal Fondo Monetario Internazionale per il 2024. Per i prossimi mesi sarà determinante per mantenere il consenso ancora elevato che le condizioni di vita dei cittadini inizino a migliorare. Per questo il presidente va in giro per il mondo ad incontrare, in particolare, big dell’industria e della finanza.
La inflación bajo porque bajo el consumo porque con los aumentos de las coaas la gente no tiene plata para gastar, asi que es lógico que la inflacion baje….se viene la peor catástrofe en Argentina de la mano de Milei.