‘L’inflazione sta erodendo ogni cosa’: investire in immobili, buoni postali, oro o btp?

‘L’inflazione sta erodendo ogni cosa’: Dimon di Jp Morgan lancia l’allarme, investire in immobili, oro buoni fruttiferi postali o btp?
2 anni fa
1 minuto di lettura
Qual è la durata dei buoni fruttiferi postali: 20 0 30 anni?

Jamie Dimon, il numero 1 di Jp Morgan, ha lanciato l’allarme: “L’inflazione sta erodendo qualsiasi cosa, e quel trilione e mezzo di dollari a un certo punto della metà dell’anno prossimo sarà esaurito”. Ha spiegato, inoltre, che potrebbe provocare una recessione negli Stati Uniti nel corso del prossimo anno. Al momento, però, sia le aziende che i consumatori si trovano in buone condizioni anche se la situazione potrebbe cambiare (a breve). Il problema è che i consumatori hanno risparmi in eccesso, parliamo di 1,5 trilioni di dollari e la situazione in Italia non è dissimile.

Gli esperti, proprio per contrastare l’inflazione, consigliano di investire il proprio denaro, ma come? I beni più diffusi che possono proteggere da questa tassa occulta sono ad esempio gli investimenti immobiliari, i mercati finanziari (Btp), gli investimenti sicuri come i buoni fruttiferi postali e l’oro.

Non solo buoni fruttiferi postali, anche investimenti immobiliari e in oro

Per gli italiani uno degli investimenti preferiti è sicuramente quello immobiliare. Tenere i propri risparmi bloccati sul conto corrente non è mai un bene, soprattutto ora con l’inflazione che galoppa. Il motivo è che l’aumento dei prezzi fa calare il valore reale dei propri risparmi. Quindi l’alta inflazione potrebbe incentivare a investire, come ad esempio negli immobili. Essi sono ritenuti infatti da sempre dei beni rifugio. Acquistare, quindi, potrebbe convenire per evitare di vedere i propri risparmi erosi.

Da sempre, il prezzo dell’oro è considerato una copertura contro l’inflazione. Molti trader e investitori, infatti, lo scelgono per proteggere il valore del loro denaro dall’erosione (per colpa dell’aumenti dei prezzi in generale). Tale metallo, inoltre, protegge, come spiega Ig, anche da eventi economici come la svalutazione delle valute. Fornisce, poi, sicurezza durante i periodi di instabilità politica.

Bfp e Btp

I Btp Italia sono dei titoli di Stato che offrono dei rendimenti che crescono quando sale il tasso di inflazione nazionale.

Sono dunque molto importanti perché sostengono il risparmio privato e difendono il potere di acquisto delle famiglie e di cittadini. Tale strumento di investimento è stato lanciato la prima volta a marzo del 2012 e il mese scorso è tornato sul mercato per la 18esima volta. Se però l’inflazione dovesse rallentare, allora a risentirne sarebbero proprio tali prodotti finanziari con cedole legate al caro vita. Tali titoli, quindi, renderebbero di meno anche se resterebbero comunque un buono scudo contro l’inflazione. Il motivo è che il titolo continuerebbe sempre a pagare la cedola reale.

Nessun problema, invece, per i buoni fruttiferi postali i cui tassi sono cresciuti a ottobre, proprio per contrastare l’inflazione. I bfp 4×4, ad esempio, sono quelli che offrono tassi di interesse annuo lordo più alto per investimenti fino a 16 anni. Offrono, infatti, un rendimento lordo dell’1,50% dopo 4 anni, del 2% dopo 8 anni, del 2,25% dopo 12 anni e del 3% dopo 16 anni.

[email protected]

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Se paghi il caffè con il POS quanto resta al commerciante: la VERITA’ su costi e commissioni (abbiamo fatto i conti!)

In pensione un anno prima con la quota 103: ultimissime riforma
Articolo seguente

Ecco quando a 62 anni per la pensione non bastano nemmeno 41 anni di contributi totali