L’impatto dell’inflazione si registra non solo sulla spesa e sulle bollette. L’aumento dei prezzi si scarica, infatti, anche sul valore dei redditi e quindi sugli stipendi ed inoltre sui mutui, i Titoli di Stato e i risparmi. Solo Tfr e pensioni si salvano in quanto registrano un adeguamento automatico. Ecco allora alcuni degli effetti principali dell’inflazione record di questo periodo che a giugno è giunta addirittura all’8%.
Mutui e inflazione: ecco cosa succede
L’impatto dell’inflazione sui mutui si traduce in aumento dei tassi.
Cosa succede ai risparmi e ai Titoli di Stato
Con l’inflazione non c’è solo l’aumento generalizzato dei prezzi ma anche la svalutazione del potere d’acquisto. Significa che se con 100 euro l’anno scorso potevamo comprare un tot di articoli, quest’anno ne possiamo acquistare di meno. I soldi tenuti sotto il materasso, poi, perdono valore così come quelli parcheggiati in banca senza che vengano investiti. Per quanto riguarda i Titoli di Stato, essi di solito hanno la salvaguardia del capitale alla scadenza ed una cedola il cui rendimento è quasi sempre semestrale. In caso di aumento dei tassi la cedola non si adegua e resta bassa rispetto al mercato. Significa che i soldi che si investono perdono di valore ma solo nel caso in cui si chieda il rimborso con anticipo.
Pensioni e stipendi: l’impatto dell’inflazione
A giugno, come sottolineato, l’inflazione è arrivata all’8%. Che significa per i salari? Che essi ovviamente perdono valore. Proprio per questo si chiede a gran voce un adeguamento con la contrattazione dei rinnovi. Le imprese, però, non sono d’accordo perché si trovano in difficoltà. La soluzione, quindi, ritengono sia quella della riduzione del cuneo fiscale ovvero meno tasse. Le pensioni sono invece al sicuro dall’inflazione perché è stata introdotta nuovamente l’indicizzazione. Chi riceve un assegno fino a quattro volte più alto dell’assegno sociale e quindi fino a duemila euro, ad esempio, avrà una rivalutazione piena.
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