Inpgi confluisce in Inps, cosa cambia per le pensioni dei giornalisti

L’Inpgi sparisce e confluisce nel Inps. Da luglio le pensioni dei giornalisti cambieranno, ecco come e per chi.
3 anni fa
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L’Inpgi confluisce nel Inps e da luglio cambieranno le pensioni dei giornalisti. Non per tutti, ben inteso, ma per molti le aspettative non saranno più le stesse.

Come noto, la cassa pensioni dei giornalisti è dissestata e dal 30 giugno 2022 cesserà di esistere. Niente paura, però, come dice il presidente Inps Pasquale Tridico

questo passaggio rappresenta un momento di garanzia per i giornalisti. Nell’Inps troveranno attenzione ai professionisti e digitalizzazione adatta ai nuovi pensionati

Come cambia la pensione dei giornalisti

Ma cosa succederà esattamente alla pensione dei giornalisti? Il passaggio dei professionisti assicurati al Inpgi prevede in sostanza l’iscrizione al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) gestito dal Inps.

Dal 1 luglio 2022, quindi, le regole per la liquidazione della pensione dei giornalisti saranno uniformate a quelle della generalità dei lavoratori dipendenti. L’importo della pensione sarà però calcolato in due fasi diverse: fino al 30 giugno 2022 con le regole Inpgi (ancorché nella gestione FPDL), mentre da 1 luglio 2022con le regole Inps.

A tutti gli effetti non cambierà nulla perché le anzianità maturate fino al 31 dicembre 2016 saranno liquidate con il sistema retributivo, così come avveniva al Inpgi. Mentre quelle maturate successivamente, col sistema contributivo.

Il diritto alla pensione dal Inpgi al Inps

Il passaggio al Inps influisce anche sul diritto alla pensione dei giornalisti. Per coloro che maturano la prestazione entro il 30 giugno 2022 nulla cambierà, mentre per tutti gli altri ci saranno delle variazioni.

I giornalisti In Inpgi andavano infatti in pensione a 62 anni e 5 mesi di età con almeno 40 anni e 5 mesi di versamenti. Col passaggio al Inps, questo diritto viene meno. Tutti saranno inglobati nelle regole previste per il pensionamento di vecchiaia (67 anni di età con 20 di contributi) o anticipato 41-42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età.

Più nello specifico, restano preservati solo i diritti di coloro che in Inpgi avevano maturato la pensione di anzianità (57 anni con 35 di contributi) entro il 2016.

Per loro resta salva l’uscita a 62 anni e 5 mesi di età.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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