Prendiamo sempre meno di pensione: fino a quando saranno al ribasso?

Calano gli importi mensili delle pensioni. Nel primo semestre 2022 l’Inps ha liquidato rendite per un importo medio di 1.173 euro al mese (-2,4%). Cosa sta succedendo.
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensioni

Prosegue il trend negativo dell’importo medio delle pensioni. Nel primo semestre del 2022 l’assegno medio mensile è ammontato a 1.173 euro, in calo del 2,4% rispetto allo scorso anno e del 5,2% rispetto al 2019.

Lo rivela l’Inps analizzando i flussi dei dati sulle pensioni del 2021 e 2022.  L’istituto precisa come tali valori si riferiscono a tutte le pensioni: vecchiaia, anticipate, di invalidità, ai superstiti, appartenenti a ogni gestione previdenziale. Compresi gli assegni sociali.

Ancora in calo l’importo medio delle pensioni

Nel 2021 il totale delle pensioni liquidate dall’Inps è stato di 877.724, per un importo medio mensile di 1.203 euro.

Di queste, 490.097 sono riferite a donne, per un importo medio mensile di 1.018 euro, e 387.627 a uomini, con 1.436 euro mensili.

Di queste pensioni, per gli uomini l’importo medio dell’assegno è stato pari a 1.442 euro e per le donne pari a 1.014 euro. A contribuire all’allargamento del divario fra uomini e donne è stata in particolare Opzione Donna. Le pensioni liquidate con questo sistema risultano mediamente inferiori ai mille euro al mese.

Invece, le nuove rendite con decorrenza nel periodo gennaio-giugno 2022 sono state 390.932 in totale, per un importo medio mensile di 1.173 euro. Anche in questo caso prevalgono per numero le pensioni femminili, 212.623 contro le 178.309 maschili. A fronte però di un importo medio mensile più basso (959 euro contro i 1.427 euro degli uomini).

Perché diminuiscono le rendite

Ma perché diminuiscono gli assegni? Benché l’aumento dell’età pensionabile dovrebbe contribuire ad incrementarle, il motivo principale sta nel sistema di calcolo della rendita. Oltre che nel montante contributivo.

Come noto, oggi le pensioni sono per la maggior parte liquidate con il sistema di calcolo misto. Cioè in parte retributivo, per i contributi versati prima del 1996, e in parte contributivo, per quelli versati dopo tale anno. E ogni anno che passa, il peso del calcolo si sposta sempre più verso la parte contributiva.

Questo rende più penalizzante la pensione e quindi man mano che passano gli anni gli importi medi scendono. Nel 2035, quando il sistema contributivo sarà entrato a pieno regime, tutte le pensioni avranno importi medi ancora più bassi.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Certificati Unicredit Top Bonus: come investire su Assicurazioni Generali con bonus al 104,50%
Articolo precedente

Certificati Unicredit Memory Cash Collect Step Down: come investire su Assicurazioni Generali indirettamente

rottamazione Agenzia Entrate Riscossione, attenti a queste e-mail truffa (elenco completo)
Articolo seguente

Rateazione cartelle. Fisco più clemente ma guai a non pagare (Novità decreto Aiuti)