Cala il ricorso al medico per i lavoratori nel primo semestre 2021. Secondo i dati Inps appena diffusi, in tale periodo sono stati registrati complessivamente 12,3 milioni di certificati di malattia (+1,1% rispetto al primo semestre 2020). Di questi, il 74,6% riguarda il settore privato.
Ciò nonostante, si ravvisa un tendenziale calo fra il primo e secondo trimestre di quest’anno in conseguenza del decremento dei contagi e della campagna vaccinale. La variazione è del 16,1%, ma il dato è disomogeneo in base alle aree geografiche.
Più certificati di malattia al Sud
Nel confronto dei primi tre mesi dell’anno – osserva l’Inps – la maggiore percentuale di decremento del 2021 rispetto al 2020 si registra al Centro (-27,8%) e al Nord (-27,7%), e si riferisce principalmente a uomini di età compresa tra i 30 e i 49 anni (-27,5%).
Nel secondo trimestre, invece, il maggior incremento di certificati nel 2021 rispetto al 2020 si concentra al Sud (+108,4%) per le lavoratrici donne (+80,5%) e per gli individui più giovani (+107,4%).
Anomalia questa del Sud se si considera che nel secondo semestre il calo dei contagi sul posto di lavoro è drasticamente diminuito grazie alla campagna vaccinale.
Oltre 43 milioni di giornate indennizzate
L’Inps ha coperto nella prima metà dell’anno 43,3 milioni di giornate di lavoro a causa malattia. 33,5 milioni hanno interessato il settore privato e 9,8 milioni quello pubblico. In percentuale si tratta, rispettivamente, di -15,7% e il -9,7% rispetto al 2020.
In media, le giornate di malattia per certificato sono state 6,8 nel settore privato (contro le 5,8 del 2020) e 5,6 nel settore pubblico (contro le 5,3 del 2020). Mentre le giornate medie per ciascun lavoratore con almeno un giorno di malattia sono state 13,4 per il settore privato e 10,6 per il settore pubblico.
Nel secondo trimestre 2021, le giornate totali di malattia sono state circa 26,1 milioni nel privato e 7,5 milioni nel pubblico, rispettivamente +24,5% e + 30,8% rispetto al 2020. La media per certificato è di 6,2 nel privato (contro le 8,2 del 2020) e di 5,5 nel pubblico (contro le 9 del 2020).