Inps, boom di certificati malattia per Covid

In aumento del 22% i certificati di malattia durante la seconda ondata di Covid. Più malati nel settore privato rispetto a quello pubblico.
4 anni fa
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Boom di certificati malattia per Covid. Nel quarto trimestre 2020 sono pervenuti all’Inps 7.155.050 certificati di malattia contro i 5.864.193 dello stesso periodo del 2019, con un aumento del 22%.

L’incidenza dei certificati di malattia del settore privato è pari al 77%, contro il 74,8% registrato lo scorso anno. L’incremento – osserva l’Inps – è probabilmente dovuto alla seconda ondata dell’epidemia da Covid-19. L’impennata dei contagi, a partire dal mese di ottobre 2020, con tutte le attività aperte, può aver determinato un maggiore ricorso alla malattia dei lavoratori pubblici e privati.

Boom di certificati malattia per Covid con seconda ondata

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si registra un incremento più accentuato dei certificati di malattia per il settore privato (+25,6%) rispetto a quello pubblico (+11,2%). Con una differenza più marcata nelle regioni del Centro (+15,1% vs +5,0%) e soprattutto al Sud (+31,2% vs 1,2%). Mentre la differenza tra i due comparti è quasi nulla al Nord (27,6% vs 25,4%).

Si riscontrano, inoltre, differenze di genere più evidenti nel settore privato (+28,7% per gli uomini e +21,9% per le donne) rispetto a quelle del settore pubblico (+12,6% per gli uomini e +10,7% per le donne).

Le visite fiscali

Riguardo l’attività di verifica ispettiva dello stato di malattia, nel quarto trimestre 2020 si registra una diminuzione del numero di visite fiscali effettuate pari al -16,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Più consistente per il settore pubblico (-53,7%) in ragione del forte cambiamento della situazione lavorativa a causa delle misure adottate per il contenimento della pandemia. In particolare per il ricorso allo smart working. Nel settore privato, invece, si registra un aumento dei certificati di malattia del +24,7%. In quanto per tale settore è stato possibile mantenere un’intensa attività ispettiva grazie alle importanti misure di sicurezza. Misure attuate per gli accessi a visita e a un budget di spesa straordinario. Incrementato anche dai risparmi dovuti alla sospensione dell’attività di verifica avvenuta tra il 9 marzo e il 10 agosto.

Il Nord è l’area che rappresenta la variazione più bassa del numero di visite effettuate nel settore privato (2,6% rispetto al 29,3% del Centro e al 56,2% del Sud).

I lavoratori più interessati dagli accertamenti sono quelli del settore privato. Ma anche quelli pubblici del Polo unico per i quali possono essere effettuate visite su richiesta dell’azienda o disposte d’ufficio dall’Inps.

In aumento di riduzione prognosi

Il tasso di riduzione delle prognosi dei certificati di malattia, che misura il numero delle visite con riduzione della prognosi rispetto al numero delle visite effettuate, risulta in leggero aumento in entrambi i settori, con l’eccezione del tasso relativo alle visite d’ufficio, che rimane stabile.

Il tasso di idoneità, che misura il numero di visite con esito di idoneità al lavoro rispetto alle visite effettuate, si riduce per le visite disposte dal datore di lavoro che passano da un indice di 28 a 12,6 (ogni 100 visite) per i lavoratori assicurati del settore privato e da 36,6 a 23,2 per i lavoratori pubblici del Polo unico.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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