Inps sbaglia i conti, a gennaio pensioni più leggere del previsto

L’Inps ha applicato un tasso di rivalutazione delle pensioni più basso rispetto al previsto. La differenza sarà recuperata a marzo.
3 anni fa
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Sorpresa amara in arrivo sulle pensioni in pagamento a gennaio. L’Inps sbaglia i conti delle rivalutazioni degli assegni e i pensionati riceveranno qualcosa meno del previsto. Strano, ma vero.

Mai che lo Stato sbagli a favore dei contribuenti, semmai avviene il contrario e quando si tratta di riavere soldi indietro, meglio mettersi l’animo in pace e aspettare i tempi biblici della pubblica amministrazione. Eppure nell’era digitale dove tutto dovrebbe essere più semplice e veloce, si continua a commettere errori.

Rivalutazione pensioni sbagliate

Ma vediamo cosa è successo. In base al decreto del Ministero dell’Economia e Finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 novembre 2021, le pensioni il prossimo anno dovranno essere rivalutate del 1,7%.

Il meccanismo, che si chiama perequazione, si basa sull’aumento del costo della vita registrato l’anno precedente e si ripercuote sulle pensioni. Si fa ogni anno, quindi nulla di inatteso o di improvvisato.

Ebbene l’Inps per il 2022 ha calcolato l’aumento delle pensioni al 1,6% e non al 1,7% ufficiale basandosi su calcoli effettuati a ottobre quindi prima che uscisse il decreto del Mef. Certo uno zero virgola non cambia molto e la differenza – precisa l’Inps – sarà recuperata coi conguagli a marzo (neanche a febbraio).

Per un pensionato da 1.500 euro al mese si tratta di pochi centesimi, quindi irrilevante. Ma se moltiplichiamo la cifra per quasi 23 milioni di pensionati salta fuori una bella somma che l’Inps trattiene per sé fino a marzo.

Le percentuali di rivalutazione

Ricordiamo che le rivalutazioni delle pensioni non saranno per tutti al 100%. Gli assegni più alti non saranno pienamente rivalutati, come prevede la legge. Dal 2022, comunque, si torna alla vecchie fasce di rivalutazione, più generose rispetto agli anni precedenti.

Dal 1 gennaio sono rivalutati appieno solo quei trattamenti che non superano di quattro volte l’importo del trattamento minimo (523,93 euro al mese).

Mentre per le pensioni più alte la rivalutazione avviene in misura inferiore.

La rivalutazione provvisoria delle pensioni 2022 sarà quindi la seguente:

  • 1,70% fino a 2.6062,32 euro al mese;
  • 1,53% da 20.60,33 e 2.577,90 euro al mese;
  • 1,27% da 2.577,91 euro al mese in su.

Incrementi anche per le pensioni minime che dal 2022 passano da 515,58 euro a 523,94 euro al mese. Sale anche l’assegno sociale che passa da 460,28 euro a 468,10 euro al mese.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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