Chi vive in una casa non sempre è anche il proprietario di quell’immobile. Molti oggi vivono in affitto. Una scelta dettata anche dalle difficoltà che si incontrano nel vedersi concedere un mutuo dalle banche, vista l’elevata precarietà esistente nel mondo del lavoro. Ad ogni modo sia per chi è proprietario sia per chi è l’inquilino, diversi sono i bonus (nella forma di detrazione fiscale) riconosciuti in dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi Persone Fisiche).
Dalla detrazione per l’affitto dell’abitazione principale, agli interessi per il mutuo relativo all’acquisto dell’abitazione principale.
Le detrazioni per proprietario ed inquilini
Per chi vive in affitto, se ci riferiamo all’anno d’imposta 2022 (Dichiarazione redditi 2023), trova spazio la detrazione di 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro e di 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro.
Se poi il contratto di affitto della casa in cui si vive è a canone concordato lo sgravio fiscale sale a 496 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro ed a 248 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro.
Per i lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza nel comune di lavoro o limitrofo, per i primi 3 anni e se trasferiti ad almeno 100km e in regione diversa, scatta la detrazione di 992 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro e di 496 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro.
C’è anche il nuovo bonus affitto per giovani fino a 31 anni, ossia una detrazione del 20% del canone fino a un massimo di 2.000 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro.
Per chi è proprietario di casa, c’è la possibilità di detrarre il 19% degli interessi pagati sul mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale e la detrazione del 19% per le spese di intermediazione immobiliare.
Il bonus edilizi a chi sostiene la spesa
Ci sono poi, come detto, i numerosi bonus edilizi. Si tratta di detrazioni fiscali (spalmate su più anni d’imposta) previste a fronte di spese sostenute per i lavori sulla casa. In questo caso, se la spesa è sostenuta dal proprietario (anche se la casa risulta ceduta in affitto), allora il bonus spetta al proprietario stesso. Nel caso, invece, in cui la spesa di ristrutturazione è sostenuta dall’inquilino, allora il bonus spetta a quest’ultimo.
In poche parole, il bonus edilizio spetta a chi dei due sostiene effettivamente le spese. Ci riferiamo, quindi, a:
- Bonus Facciate (90% o 60%)
- Recupero edilizio con detrazione al 50% che può arrivare all’80% se la ristrutturazione riduce il rischio sismico
- Risparmio energetico al 65% (c.d. ecobonus ordinario)
- Bonus mobili e grandi elettrodomestici (detrazione 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione)
- Bonus verde al 36%
- Superbonus 110% (o 90%)
- Bonus acqua potabile, ossia il credito d’imposta del 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.